Redazione 11 gennaio 2023 15:40
“Stop al lavoro agile per i frontalieri: come anticipato qualche settimana fa, non è stato purtroppo rinnovato l’accordo amichevole tra Italia e Svizzera sottoscritto nel 2020 che riconosceva la possibilità di ricorrere allo smart working. La decisione è ormai ufficiale e le regole speciali in materia di telelavoro tra i due Paesi resteranno in vigore soltanto fino al 31 gennaio 2023”.
Lo ricorda in una nota stampa Raffaele Erba, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che chiede alle autorità competenti di ripensarci. La questione riguarda anche diversi lavoratori transfrontalieri residenti nel territorio lecchese. Già a fine dicembre, attraverso un ordine del giorno presentato a Roma, il Movimento guidato da Giuseppe Conte aveva chiesto di ripristinare l’accordo.
La scadenza del 31 gennaio è vicina. “Interpellato anche il Governo”
“In queste ore Sindacati, Imprese, Camera di Commercio hanno inviato una lettera congiunta alla Segreteria di Stato chiedendo la proroga della misura – aggiunge Raffaele Erba – Al coro delle proteste a difesa del lavoro agile dei frontalieri si è aggiunta ieri anche la Regio Insubrica. Una moltitudine di voci si sta dunque mobilitando per chiedere un passo indietro allo stop dello smart working per i frontalieri. Come Movimento 5 Stelle stiamo ancora aspettando un riscontro al nostro ordine del giorno: serve una risposta rapida perché il 31 gennaio si avvicina e il tempo sta scadendo, non capiamo questa titubanza del Governo”.
“Non riusciamo a comprendere la decisione di non prorogare l’accordo. Negli ultimi anni l’introduzione dello smart working ha generato diversi effetti positivi come il miglioramento della qualità della vita dei lavoratori frontalieri e l’alleggerimento del traffico con conseguente riduzione delle emissioni inquinanti. Prolungare uno strumento che ha funzionato molto bene – conclude il consigliere Erba – è doveroso, anche perché le stesse imprese si sono schierate a favore di tale misura”.