Il Tribunale Supremo spagnolo ha fatto cadere le accuse per il reato di sedizione contro Carles Puigdemont, l’ex presidente della Generalidad catalana che organizzò il referendum illegale per l’indipendenza della Catalogna nel 2017. La decisione è arrivata dopo l’entrata in vigore di una nuova legge da poco approvata dal parlamento spagnolo e voluta dal governo socialista di Pedro Sánchez, che restringe enormemente il campo di applicazione del reato, a tal punto che, ha scritto il giudice istruttore Pablo Llarena, «siamo vicini a una completa depenalizzazione».
Puigdemont rimane accusato di altri due reati: malversazione, cioè gestione illecita di fondi pubblici, e ribellione. Ma la caduta del reato di sedizione, che era di gran lunga il più grave, riduce notevolmente la pena che Puigdemont dovrebbe scontare: si passa da una possibile condanna a 15 anni di carcere a una di circa 4. Difficilmente comunque Puigdemont sarà processato: pochi giorni dopo il referendum scappò in Belgio, dove si trova tuttora e dove è stato eletto europarlamentare. L’accusa di sedizione è caduta anche per gli altri leader indipendentisti che erano scappati dalla Catalogna assieme a Puigdemont.