All’Hotel Anfa a Casablanca, ridente e prestigioso resort in Marocco, si ritrovarono i potenti della terra per una missione, nome in codice “SYMBOL“. Dal 14 al 24 gennaio 1943, gli Alleati (Stati Uniti, Inghilterra e Francia) si riunirono per concludere degli accordi e pianificare una strategia europea, sulla seconda guerra mondiale in corso. Le sorprese e gli imprevisti di un rigoroso ed etichettato incontro, in un esclusivo resort marocchino a 5 stelle.

Chi c’è c’è

Conferenza di Casablanca 1943: non tutto andò come sembra all'Hotel Anfa
Conferenza Casablanca all’hotel Anfa, 1943, foto Mazighen

Il Presidente americano Franklin Roosvelt e il Primo Ministro britannico Winston Churchill, invitarono a Casablanca, Joseph Stalin che rifiutò. Mentre il generale francese Henri Giraud accettò senza esitazioni. E il generale Charles de Gaulle, si riservò di partecipare non essendo in buone relazioni con Giraud, raggiungendo il gruppo solo il 22 gennaio. All’epoca, De Gaulle presiede il Comitato nazionale francese di Londra, organo dirigente della Francia libera, per questo rifiuta inizialmente di presentarsi. Decisione che imbarazza non poco Churchill, che non vuole contrariare Roosvelt, e preme su De Gaulle minacciando di paralizzare le sue attività in Inghilterra dove il generale è in contatto permanente con la resistenza francese. Per motivare e incoraggiare la sua venuta, Churchill lancia a De Gaulle un ultimatum: “Mio generale, se mi ostacolerete vi liquidero!”. Arrivarono, attesi, anche il generale inglese Harold Alexander e quello statunitense Dwight Eisenhower.

Roosvelt e Churchill avevano tutte le buone intenzioni di riconciliare i rapporti tra i generali. Oltre che portare a termine la missione, con gli obiettivi del raduno, come: prendere decisioni importanti sull’invasione della Sicilia e del resto d’Italia, e sugli aiuti da fornire all’URSS. Durante la prestigiosa conferenza, sorsero forti contrasti tra i generali statunitensi e britannici riguardo alle priorità strategiche della guerra contro l’Asse. All’appuntamento casablanchese, si parlò soprattutto della dichiarazione di Roosevelt sulla “resa incondizionata”, che sarebbe stata imposta alle potenze nemiche, e delle decisioni operative prese riguardo alla guerra nel Mediterraneo, e del programma di bombardamenti strategici.

Fotografi, buona la seconda

L’ambiente è teso. L’atmosfera contratta. De Gaulle incontra Giraud e i due uomini si stringono la mano, per fare piacere a Roosevelt; una stretta di mano talmente furtiva che i due generali dovranno ripeterla più volte perchè i fotografi abbiano il tempo di fissare quell’istante. Un’immagine che scompare rapidamente a causa di una nuova disputa: De Gaulle si indigna contro la decisione di Giraud che accettà come unica presenza alla conferenza, la sorveglianza gestita dagli americani. Ma il generale De Gaulle ostinato, riesce ad ottenere che un distaccamento francese dell’Armata d’Africa si associ, prima che cominci il dibattito.

La conferenza di Casablancadetta anche di Anfa, nonostante i dissapori, arriva al termine. In un albergo esclusivo, dalla forma che ricorda una nave da crociera, ma dal clima molto più serioso. Nulla a che vedere con le note distensive suonate al pianoforte da Sam nel “Café Américain“, in un altro celebre “Casablanca“, uscito al cinema solo un anno prima. De Gaulle rientrando a Londra e spedisce delle critiche all’indirizzo di Churchill. Il Primo Ministro britannico, durante una conversazione con Lord Moran, dichiara parlando di De Gaulle: “Il suo paese ha abbandonato il lutto, lui stesso non è che un rifugiato e se noi ritireremo il nostro appoggio è un uomo finito”. 

Il messaggio via radio

Le decisioni prese durante le giornate della confernza di Anfa vennero comunicate il 12 febbraio 1943, da Roosvelt in persona in un discorso via radio. Gli accordi stipulati prevedevano di mantenere l’aiuto all’URSS; la decisione di invadere la Sicilia, poi il resto d’Italia, e la fine dei combattimenti in Tunisia; la direzione congiunta di Giraud e De Gaulle delle Forze francesi in guerra; e si chiese a Giraud di lberare divesi capi della Resistenza, arrestati su suo ordine il 30 dicembre 1942.

Federica De Candia Seguici su Google News