Bergamo. Gli atti relativi alla posizione dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, indagati per epidemia colposa nell’inchiesta sulla gestione del Covid in Val Seriana, sono stati trasmessi dalla Procura di Bergamo a quella di Brescia. I pm bresciani avranno 15 giorni di tempo per esaminarli, dopo di che li invieranno al Tribunale dei Ministri, composto da un collegio di tre giudici bresciani, con eventuali richieste istruttorie.
Sarà la giudice Mariarosa Pipponzi, presidente del Tribunale dei Ministri, a dover valutare le loro posizioni. L’ex presidente del Consiglio è accusato di non aver istituito la zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo nonostante “l’ulteriore incremento del contagio” in Lombardia e “l’accertamento delle condizioni che corrispondevano allo scenario più catastrofico”.
Contestazione che non riguarda Speranza, chiamato a rispondere solo per la mancata attuazione del piano pandemico. L’allora responsabile del ministero della Salute aveva firmato una bozza di decreto con cui proponeva di estendere la misura urgente di “contenimento del contagio” – già adottata nel Lodigiano -ai due comuni della Bergamasca. Tale bozza invece non venne sottoscritta da Conte.
“Su questo punto ho già riferito alla procura le ragioni che ci hanno spinto ad adottare una misura restrittiva riguardante l’intero territorio lombardo e continuerò a offrire il mio contributo per fare chiarezza nelle sedi opportune, sono assolutamente tranquillo su tutte le scelte fatte”, ha detto il presidente del M5S Conte all’Ansa, rispondendo alla domanda sulla ragione per cui non ha firmato – a differenza dell’allora ministro Speranza – il decreto che stabiliva la zona rossa Bergamasca. “Di fronte a una situazione senza precedenti – ha aggiunto – c’è chi mi ha accusato di aver chiuso troppo e chi di aver chiuso troppo poco. Quello che posso dire ora e che ho agito con massimo senso di responsabilità, in piena trasparenza e coscienza, non risparmiando un minuto del mio tempo per mettere a punto con esperti, Protezione civile, forze dell’ordine, governatori una risposta all’altezza della situazione drammatica che abbiamo vissuto”.
L’inchiesta sulla gestione del Covid-19 in provincia di Bergamo si è chiusa mercoledì con l’iscrizione di una ventina di persone nel registro degli indagati. Tra questi anche l’attuale governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera.
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