Quest’anno la Pasqua cristiana e il Ramadan musulmano si sovrappongono. Il prete 31enne ha aperto la casa dei giovani cattolici castellanzesi all’associazione Casa di Ibe che organizza un iftar aperto a tutti
Metti una sera a cena in oratorio a Castellanza ma al posto della classica pastasciutta o della salamella la tavola sarà imbandita di datteri, zuppe di lenticchie, cous cous, pane azzimo e piatti che profumano di spezie. Succederà la sera dell’1 aprile all’oratorio Sacro Cuore di Castellanza, in una serata aperta a tutti e organizzata dall’associazione Casa di Ibe. Sarà il classico iftar, il pasto musulmano che interrompe il digiuno dei fedeli di Allah.
Don Jacopo Aprico è un giovane sacerdote di Muggiò a cui è stato affidato l’incarico di vicario del parroco di Castellanza, don Gianni, a settembre di quest’anno. A lui è stata assegnata la gestione dei due oratori di Castellanza (Sacro Cuore e San Giuseppe) e la pastorale giovanile. Con il suo arrivo si è acceso un clima nuovo tra i giovani e tra le tante associazioni di Castellanza con le quali ha subito cercato di prendere contatti «con l’obiettivo di dare punti di riferimento educativi ai ragazzi. Figure di cui c’è un grande bisogno» – ci racconta al telefono.
Gli chiediamo, quindi, come è nato il rapporto con l’associazione Casa di Ibe, realtà castellanzese che promuove la cultura maghrebina grazie ad un gruppo di donne molto attive dal punto di vista sociale: «Per me è stato naturale dare uno spazio alla loro proposta. Quest’anno la comunità cristiana e quella musulmana celebrano quasi in contemporanea due momenti importanti per le rispettive religioni. La Pasqua per noi e il Ramadan per loro».
Ecco che la proposta di organizzare un iftar, il pasto serale che interrompe il digiuno dei musulmani durante il mese del ramadan, all’interno dell’oratorio del Sacro Cuore diventa possibile: «Purtroppo non potrò essere presente perchè proprio quella sera c’è un momento importante con i ragazzi dell’oratorio e inizia per noi la settimana santa, ma sono ben contento di ospitare la comunità musulmana nel nostro oratorio».
Don Jacopo spiega che l’integrazione è un fenomeno che esiste da anni negli oratori: «Nelle nostre società sportive giocano ragazzi musulmani e il Centro Aiuto alla Vita offre un servizio di aiuto compiti pomeridiano del quale usufruiscono anche tanti bambini stranieri».
Esprime la sua soddisfazione anche Nacima Zaarir, presidente de La Casa di Ibe: «L’ho contattato tramite facebook su suggerimento di un’amicizia comune e mi ha dato subito appuntamento. Ho parlato con lui e ho subito trovato gentilezza e disponibilità da parte sua. Così ci ha messo a disposizione la sala».