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A Milano un nuovo centro per accogliere i senzatetto. E la Cucina Mobile di Fondazione Arca arriverà in tutta la città

Nasce il primo spezzone di una rete di accoglienza per i senza fissa dimora che vada oltre i confini di Milano, allargandosi ai Comuni della città metropolitana. A lanciare l’appello, un paio di mesi fa, era stato l’assessore al Welfare di Palazzo Marino, Lamberto Bertolé, di fronte ai numeri crescenti dei senzatetto accampati in città. Nei giorni scorsi c’è stato un primo incontro per realizzare concretamente le iniziative dei Comuni confinanti, che si mettono in rete. “Ho incontrato l’assessore ai Servizi sociali di San Donato per mettere a disposizione le esperienze e le competenze che abbiamo maturato qui, a Milano, in questi anni di ” Piano Freddo”, con l’idea di costruire una rete che metta assieme i diversi Comuni della Città metropolitana – spiega Bertolé – . Una proposta che si può attuare sapendo che c’è la possibilità di accedere a risorse nazionali per promuovere le politiche di contrasto alla marginalità”.

La proposta che Milano fa ai Comuni dell’hinterland “è quella di trovare assieme strategie per fare una vera e propria catena di luoghi di accoglienza, anche piccoli, per rispondere alle esigenze locali, mettendo assieme e le diverse unità mobiliche già oggi girano a Milano con volontari di diverse organizzazioni che raggiungono chi vive in strada e ha bisogno di aiuto”.

Intanto il Comune offre altri 25 nuovi posti per persone fragili senza dimora all’interno del Centro socio ricreativo di via Santa Monica, a Niguarda, gestito da Arca. “Con questo ultimo centro, l’undicesimo a Milano, superiamo i mille posti letto per l’inverno di chi non ha casa: ma Milano da sola non può far fronte a tutte le emergenze, il coordinamento con gli altri territori è sempre più urgente e necessario, sia per gli italiani, sia per gli stranieri, adulti e minori”, sottolinea Bertolé. E arriva in tutti i quartieri la Cucina mobile di Fondazione Progetto Arca, che sarà attiva di giorno e di notte, sette giorni alla settimana. Il foodtruck che andava solo in alcune stazioni ferroviarie e in piazza San Babila – oltre centomila i pasti caldi preparati e distribuiti a Milano nel 2022 – ora sarà in altre zone, a partire da via Cagni, dove c’è l’ufficio della Questura che si occupa dei permessi di soggiorno. Una strada dove ogni lunedì ci sono lunghissime code di richiedenti asilo in coda per cercare di arrivare allo sportello. Questo servizio più esteso nasce grazie alla collaborazione con la Ong Remar e la Fondazione Cumse. Alle 720 cene calde e colazioni distribuite a settimana si aggiungono ogni giorno più di cento zuppe e bevande calde, bottigliette d’acqua, cioccolatini, panini e snack.

Il foodtruck, pensato a novembre 2020, durante la pandemia, per rispondere alla chiusura delle mense per i poveri, ha forni e bollitori a bordo e distribuisce pasta, zuppe e altri cibi caldi e cotti. Si affianca alle Unità di strada del Comune e ai volontari di diverse associazioni che la notte portano sacchi a pelo, indumenti caldi, kit igienico sanitari. “Un’occasione per allacciare una relazione, un dialogo che mira a guidare le persone in strada verso le mense e i servizi assistenziali a disposizione sul territorio – commenta Alberto Sinigallia, presidente di Arca – . Mese dopo mese, all’appuntamento notturno con la cucina mobile hanno cominciato a presentarsi sempre più persone. Non solo senzatetto, ma anche pensionati con la minima, inquilini delle case popolari, famiglie di disoccupati”. La cucina mobile lunedì sarà in via Cagni, poi dal martedì alla domenica in zone di disagio come via Sammartini fuori dal Centro aiuto del Comune, ai Bastioni di porta Venezia dove dormono i profughi eritrei, in piazza Argentina, a Lambrate, Lanza e in corso Europa, tradizionale luogo di sosta per i clochard italiani di lungo corso.

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