È il 1962 e due insolite borghesi decidono di dar vita al primo antieroe del fumetto, facendo appassionare migliaia di italiani alle avventure del criminale più seguito d’Italia: stiamo parlando di Angela e Luciana Giussani, le mamme di Diabolik.
Il “Re del Terrore” nasce dalla mente di Angela Giussani, oramai scomparsa 36 anni fa il 10 febbraio 1987.

Nata il 10 giugno 1922, da una famiglia milanese benestante, Angela Giussani si distinse subito dalla massa e dalle sue coetanee. Creativa, pratica e libera dalle convenzioni dell’epoca e dalle volontà dei genitori, che speravano per lei una carriera da insegnante, Angela mise immediatamente in chiaro il suo obiettivo: sconvolgere. Dalle copertine audaci delle riviste di moda, al brevetto di pilota d’aereo, la provocazione guidò la carriera di quella che si rivelerà essere la creatrice dell’antieroe per eccellenza, intenzionata ad agitare l’opinione pubblica attraverso le avventure del criminale Diabolik.
All’età di ventisette anni, decide di sposare l’editore Gino Sansoni (da cui deriva il nome dell’ispettore Ginko, l’acerrimo nemico di Diabolik), per il quale lavorerà poco dopo, curando la collana di libri per ragazzi dell’Astoria Edizioni, la casa editrice di Gino. Ma la dinamica Angela non poteva rimanere all’ombra del marito, preso anch’egli dal successo e dalla volontà di diventare qualcuno; per questo decise di dedicarsi a progetti che fossero tutti suoi, licenziandosi e fondando con i soldi della liquidazione, l’Astorina, casa editrice che diresse fino alla sua morte. Dopo un inizio faticoso, dovuto a “Big Ben Bolt” il primo fumetto di Angela che dura solamente due anni, il 1° novembre 1962 nasce Diabolik il primo fumetto nero italiano, destinato a guidare il successo delle sorelle Giussani, anche dopo la morte.
L’assassino di Via Fontanesi
Il personaggio è ispirato ad un fatto di cronaca nera, accaduto a Torino il 26 gennaio 1958: attraverso lettere ed indovinelli, l’assassino di un brutale omicidio firmato “Diabolich”, decide di sfidare la polizia. Nel 1962 le due sorelle decisero di dare vita eterna all’assassino di Via Fontanesi, scrivendo ed immaginando nuovi crimini ed indovinelli.
Un tempo io e la vittima eravamo molto amici e portavamo la divisa insieme. Poi lui mi tradì come fossi un cane. Oggi stava bene, e così la mia vendetta lo ha raggiunto. Spero che scoprirete il suo cadavere prima che diventi marcio. Leggendo con attenzione la lettera troverete con precisione dove è stato compiuto il mio delitto perfetto – Diabolich
Diabolik: l’idea rivoluzionaria di Angela
All’Astoria, la casa editrice del marito, Angela aveva un pezzettino di ufficio che si affacciava su piazza Cadorna, all’uscita della stazione nord di Milano. Guardando la marea umana che usciva la mattina dai treni, le migliaia di passeggeri, pendolari, che venivano da una mezz’ora di treno, Angela ebbe l’idea di realizzare una lettura che andasse a coprire quello spazio li: la mezz’ora del viaggio. Per i pendolari due erano le necessità: una storia avvincente da adulti e la portabilità del fumetto. Da qui il formato ridotto, con un tempo di lettura breve e un personaggio furbo, intelligente e provocante che replicasse i personaggi dei romanzi gialli.
Nasceva così il primo fumetto nero italiano per adulti. Diabolik prende spunto dai romanzi di appendice pubblicati a puntate nei quotidiani francesi. Le sorelle trasportano le storie di crimini e intrighi dell’Ottocento, nei tempi moderni, sostituendo le carrozze con le macchine e le spade con le pistole.
“Diabolik siamo noi!”
Scandaloso, antipedagogico, irriverente e figlio del male, il personaggio di Diabolik nasce per suscitare scalpore, non solo nei fumetti, ma anche nella vita sociale. Fino a quel momento, il fumetto era una forma destinata ai bambini. Per questo, l’uscita di Diabolik generò il caos dell’opinione pubblica, contraria alla vittoria del male e irascibile verso il criminale che riusciva a farla sempre franca. Le sorelle Giussani vennero accusate di influenzare negativamente i ragazzi: Diabolik non era un modello da seguire, anzi, il fumetto era estremamente anti-formativo e violento. Si credeva che il fumetto potesse influenzare anche rapinatori e criminali del mondo reale, tanto da controllare nelle indagini se questi avessero in casa fumetti di Diabolik.
In realtà, Diabolik, poco dopo seguito dalla donna per eccellenza, Eva Kant, non erano altro che la trasposizione fumettistica delle sorelle Giussani: due borghesi, la cui creatività, spingeva al ragionamento e al pensiero tramite l’intrattenimento. Rivoluzionarie e libere, Angela e Luciana, rappresentano uno dei primi esempi di emancipazione e forza femminile, in grado di creare un personaggio provocatore e affascinante. Come afferma Patricia Martinelli:
“Solo le donne sono così acute da poter inventare e creare un personaggio così forte”.
Martina Capitani
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