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Case popolari del Comune a donne vittime di violenze e lavoratori che possono ristrutturarle

Case di edilizia popolare per le donne che sono state vittime di violenza e per i lavoratori con un Isee poco superiore a quello di chi ha diritto a un’abitazione, che possono ristrutturarle. Sono i due progetti sperimentali inseriti dal Comune di Milano nella delibera del ‘Piano annuale dell’offerta dei servizi abitativi pubblici e sociali per l’anno 2023’ che è stato presentato in commissione dall’assessore alla Casa, Pierfrancesco Maran, e che dovrà approdare in Consiglio comunale.

Il primo progetto prevede la possibilità di assegnare una casa popolare alle donne e ai minori vittime di violenza che non hanno bisogno di percorsi di comunità ma di un nuovo domicilio che possa garantire l’avvio di un percorso di autonomia. Il secondo progetto, Casa ai lavoratori, si inserisce nell’ambito del Patto per il Lavoro promosso dal Comune.

A Milano il numero di appartamenti sfitti da ristrutturare “rimane alto – ha osservato Maran – solo per MM si parla di un numero tra 700 e 800“, l’idea è quella di partire da un primo stock di 316 appartamenti  in condomini misti e assegnarli a lavoratori con un Isee nella fascia alta oppure appena fuori fascia per avere un alloggio pubblico, che possano farsi carico della ristrutturazione. Questo per un assegnazione di lungo termine con un canone concordato.

Il primo comparto del progetto sarà costituito da un lotto di 30 alloggi destinati ai dipendenti del Comune di Milano e da altri nove lotti per progetti specifici presentate da aziende, associazioni o cooperative. L’obiettivo è di arrivare a comprendere nel piano 2.180 case sfitte da ristrutturare. Entrambi i progetti dovranno essere approvati anche da Regione Lombardia.

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