Cremona 20-30 si riduce soltanto alla realizzazione dell’impianto di biometano alle porte della città? A chiederselo sono i consiglieri comunali di Forza Italia Carlo Malvezzi, Federico Fasani e Saverio Simi, dopo aver ricevuto dal settore ambiente della Provincia di Cremona, interpellato con una richiesta di accesso agli atti, la conferma che quello è attualmente l’unico progetto per cui è stata presentata da A2A una richiesta di autorizzazione.
“Che Cremona 20-30 fosse un esercizio di illusionismo lo avevamo sospettato fin dall’inizio, potendo constatare l’eccessiva enfasi propagandistica impiegata dalla maggioranza ed in particolare dal sindaco di Cremona” attaccano i consiglieri di minoranza. “Oggi, a distanza di 2 anni ne abbiamo la certezza: dei 13 progetti prospettati da A2A, di cui 8 rientranti nella “configurazione base” e 5 nel “pacchetto sperimentali”, l’unico che si è tradotto in elaborato tecnico è quello riguardante l’impianto di produzione di biometano, che si vorrebbe collocare alle porte della città, e per il quale è in corso l’istruttoria da parte degli enti preposti, come risulta dalla risposta del settore ambiente della Provincia di Cremona da noi interpellato sulle istruttorie in corso”.
In termini economici, secondo Malvezzi e colleghi, “significa che dei 150 milioni di euro di investimenti promessi nel Cremona 20-30 sul territorio, ad oggi solo 12 potrebbero teoricamente atterrare”.
Peraltro, anche la stessa realizzazione dell’impianto di biometano suscita preoccupazioni: “Dai documenti di istruttoria che abbiamo potuto esaminare emergono elementi di grossa preoccupazione, legati a criticità paesaggistiche, infrastrutturali, localizzative, urbanistiche e ambientali, in particolare riguardo a qualità dell’aria e rischio di inquinamento delle falde” sottolineano ancora i consiglieri, secondo cui “la quantità, la gravità e la complessità dei rilievi tecnici rendono difficilmente comprensibile come un progetto con queste caratteristiche possa essere realizzato”.
Altro elemento che per l’opposizione non torna è “la richiesta avanzata dal A2A si seguire una procedura di valutazione ambientale semplificata”, già peraltro contestata da più parti.
“Ci domandiamo qual è il ruolo del Comune di Cremona in questa partita. La tanto sbandierata partnership tra A2A e il Comune di Cremona prevede che l’Amministrazione Comunale, avendo una quota residuale di A2A, debba assistere passivamente a quanto stabilito lontano da Cremona? Perché di fronte a puntuali rilievi di natura ambientale nessuno della maggioranza si espone assumendosi le proprie responsabilità in modo aperto e trasparente nei confronti dei cittadini cremonesi? Quale spazio viene concesso all’indispensabile confronto con cittadini e associazioni? In che modo sono stati coinvolti gli enti locali territoriali a partire da quelli confinanti con il Comune di Cremona? Quali garanzie ha ottenuto il Sindaco sullo spegnimento o riconversione del termovalorzzatore, visto che in nessun atto programmatorio di A2A (piano industriale) vi è traccia di questa volontà?”: queste le domande che si pone la minoranza in consiglio. Che, a questo proposito, nei prossimi giorni depositerà un ordine del giorno per chiedere l’organizzazione, entro maggio, “di un incontro pubblico aperto alla partecipazione e al confronto con tutti i portatori di interesse”. lb
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