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Elly Schlein: «Se voglio diventare madre? Non ne parlo»

«Non ho nulla da perdere». Il ragionamento di Elly Schlein è chiaro: comunque vada sarà un successo. E se vince Bonaccini? «Chi vince saprà tenere insieme tutti e lavorare con chi ha perso». Sul Corriere della Sera la candidata alla segreteria del Partito Democratico ha rilasciato un’intervista in cui spiega come vive la competizione con il suo ex capo alla Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.

Le polemiche interne al Pd e la Meloni

La Schlein è stanca di sentirsi dire da chi è appoggiata o meno all’interno del Partito, ragionamenti sessisti che arrivano tutte le volte che una donna diventa protagonista: «Se una donna si fa strada dev’essere sempre strumento di qualcun altro». Non ha paura dell’«avanzata» della destra, che per lei non è un’avanzata, anzi: «Ha sempre i suoi 12 milioni di elettori; che si sono affidati prima a Berlusconi, poi a Salvini, ora a Meloni. Nonostante siano divisi. Sta a noi fare esplodere quelle contraddizioni».

La formula per vincere

Secondo Schlein, come ripete da tutta la campagna elettorale: «Serve una rottura. Una cesura netta con il passato». E lei è convinta di vincere, soprattutto dopo avere incontrato nelle piazze le persone: «Ne sono assolutamente convinta. Lo sento. Avverto una mobilitazione incredibile. Lei non ha idea di quanta gente voglia partecipare. Giovani che non avevano mai fatto politica. Anziani che mi dicono “non prendevo la tessera da trent’anni”, quindi non erano mai stati nel Pd». Lei era uscita dal Partito nel 2015, invece «dopo l’abolizione dell’articolo 18, la cosiddetta buona scuola, il patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, i tre voti di fiducia su una legge elettorale poi dichiarata incostituzionale. Altri sono usciti solo dopo il referendum». Non si sente troppo radicale per convincere i centristi, i moderati e i cattolici: «Ho sempre dialogato con l’associazionismo cattolico. Molti si sono sentiti traditi dal Pd che firmava i memorandum con la Libia» per il respingimento dei migranti. Non crede che i diritti civili siano in contrapposizione con le questioni sociali: «È una falsa contrapposizione. Per una persona discriminata è più difficile lavorare e fare impresa».

Le idee, e la compagna

Schlein si dice favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere «per un reale controllo della sostanza, l’uso consapevole, la lotta alle narcomafie»; vuole continuare a mandare armi all’Ucraina perché non possiamo aspettare che cada l’ultimo fucile» puntando però a una conferenza internazionale di pace; Cazzullo chiede anche se ha un desiderio di maternità, ma Schlein non risponde: «La mia compagna non è un personaggio pubblico, né lo vuole diventare».

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