Oggi, di settant’anni fa veniva annunciata al mondo la scoperta del secolo. L’uomo dei miracoli, Jonas Salk aveva finalmente vinto una lotta combattuta per anni, contro una delle malattie più aggressive del sistema nervoso. La poliomielite chiamata anche paralisi infantile, è una malattia infettiva acuta di origine virale che interessa il sistema nervoso centrale e che, colpendo in modo particolare i neuroni motori del midollo spinale, può portare alla paralisi e in alcuni casi anche alla morte. Dall’inizio del Novecento i casi di epidemie da poliomielite erano in continua crescita e sempre più letali, soprattutto d’estate.
Jonas Salk: l’uomo dei miracoli, colui che salvò il futuro di milioni di bambini.
Nasceva a New York l’eroe degli Stati Uniti del secondo dopoguerra: Jonas Salk. Il 28 ottobre 1914, da una coppia di emigrati russi di origini ebraiche. Salk fa della ricerca medica la sua missione.
Dedica la sua vita alla medicina, fin da giovane, quando all’ultimo anno della New York University School of Medicine, sceglie di lavorare nel laboratorio del dottor Thomas Francis, (il medico che aveva scoperto il virus dell’influenza B), impara molto, lo ammira e lo segue fino al suo trasferimento in un’altra Università, precisamente in Michigan. I due insieme, riescono a mettere a punto un nuovo tipo di vaccino contro l’influenza: utilizzando un virus inattivato, anziché una forma attenuata di virus, come era solito fare. Novità che sconvolse parte della comunità medica, che non era d’accordo. I due medici erano convinti della sicurezza di questo procedimento; invece di causare la malattia in forma lieve, si stimolavano gli anticorpi per difendere l’organismo in caso di futuri attacchi del virus.
Salk fa tesoro delle preziose ricerche sull’influenza e nel corso del tempo si avvia a combattere una guerra contro qualcosa di più grande di missili, bombe e artiglieria. Iniziava una sfida da solo, contro la macchina da guerra più grande, l’organismo umano.
Le epidemie annuali erano sempre più devastanti: quella del 1952 fu la peggiore nella storia della nazione. Lo stesso Roosevelt ne era forse la vittima più conosciuta al mondo, infatti fondò l’organizzazione che avrebbe finanziato la realizzazione del vaccino. Nel 1947 Salk accettò un incarico alla Scuola di Medicina dell’Università di Pittsburgh; organizzare un moderno laboratorio dedicato ai virus. Ed è proprio qui che Salk inizia la sua corsa al vaccino anti-polio.
26 marzo 1953: Salk annunciava al mondo il vaccino anti-polio
Un male che per anni era radicato nelle viscere umane, che colpiva uomini, donne, ma soprattutto bambini, era stato finalmente estirpato. Le ricerche di Salk attirano ben presto l’attenzione della Fondazione nazionale per la paralisi infantile, che inizia a sostenerlo con ingenti finanziamenti. Durante la fase di sperimentazione, altri tre medici al suo fianco: John Enders, Thomas Weller e Frederick Robbins. Era il passo decisivo, il mondo aveva bisogno di risposte, la situazione era critica, il virus si espandeva, e di certo possiamo ben capire cosa voglia dire ad oggi affrontare una situazione del genere, dopo l’emergenza Covid-19. Per produrre il suo vaccino, Salk aveva a disposizione una scorta abbondante di virus. Da colture cellulari di rene di scimmia ottiene tre ceppi. Iniziò i primi test con gli animali, le scimmie a cui Salk somministra il vaccino con il virus inattivato risultano immuni alla malattia. Era fatta. Si iniziava così la sperimentazione sugli uomini.
Tra i volontari lo stesso Salk, la sua famiglia, e il suo staff. Anche in questo caso, non si registrano reazioni violente al vaccino. Mancava il test finale, una verifica su larga scala. Nel 1954, il vaccino viene iniettato a quasi due milioni di bambini americani, di età compresa tra i sei e i nove anni. “I pionieri del polio”, così erano chiamati. L’esito è positivo: il vaccino risulta sicuro ed efficace nel 90% dei casi.
Il 26 Marzo 1953 Salk annuncia la scoperta del vaccino conto la poliomielite. Il mondo aveva vinto, la medicina aveva vinto, grazie a tre premi Nobel (John Enders, Thomas Weller e Frederick Robbins) e all’uomo che non aveva smesso mai di crederci, nonostante i dubbi della comunità medica e scientifica. La prova che la forza e la volontà umana vince su tutto, anche sui mali che sono matrice naturale.
“Ho avuto dei sogni, e ho avuto degli incubi. Ho sopraffatto gli incubi coi miei sogni.
– JONAS EDWARD SALK
Curiosità: “l’incidente Cutter”
Gli incidenti di percorso, però, non mancarono. Quello più tristemente noto è il cosiddetto “incidente Cutter”, uno dei peggiori disastri farmaceutici nella storia degli Stati Uniti. Il 24 aprile 1955, pochi giorni dopo l’entrata in produzione del vaccino di Salk, i Cutter Laboratories della California, misero in commercio un lotto di vaccini contaminati da virus vivo. Migliaia di bambini furono contagiati: accanto ai casi di paralisi, si registrarono anche alcuni decessi. Quello di Salk è stato il primo vaccino contro la poliomielite. Ma non è stato l’ultimo: in quegli stessi anni un altro medico, Albert Bruce Sabin, introdusse un altro tipo di vaccino. La differenza tra i due sistemi di vaccinazione era che il primo utilizzava virus inattivato che doveva essere iniettato, e il secondo una forma attenuata di virus vivo, somministrato per via orale in pillole.
Irene Marri
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