Una coppia alla Ficarra e Picone, ma vestiti da Bee Gees. Sono Colapesce e Dimartino, i protagonisti, autori, sceneggiatori di “La primavera della mia vita“. Al cinema dal 20 al 22 Febbraio in evento speciale, portano l’essenza della Sicilia, le tradizioni della Trinacria, tra un gregge di pecore che occupa la carreggiata e che ha comparsato al cinema con Montalbano, e il ‘lievito cornuto’ di 120 anni.

Come il Signor Gianni Morandi

“La primavera della mia vita”, Trailer da YouTube

Un debutto al cinema, per i due protagonisti del Festival di Sanremo con il brano “Splash” (nei titoli di coda del film), che si è aggiudicato i premi della critica “Mia Martini” e della sala stampa “Lucio Dalla”. Sembra tornato sugli schermi un vecchio “musicarerello”, come quelli interpretati in gioventù, dal co-conduttore dell’Ariston Gianni Morandi. Quando, ai tempi, le case discografiche si accordavano con le cinematografiche. “La primavera della mia vita” è un road movie con tanta musica originale, a partire dalla colonna sonora firmata Colapesce e Dimartino, e con molti ospiti speciali: da Madame, Roberto Vecchioni, Brunori Sas, ErlandØye e La Comitiva. Nel cast anche Stefania Rocca, nel ruolo della loro eccentrica agente, Corrado Fortuna il meccanico con la passione per i Doors, Demetra Bellina nei panni della misteriosa Sofia. E il profesfor Vecchioni che sul fatto che William Shakespeare fosse siciliano ha scritto anche un libro.Tutti accompagneranno i due ‘cantantiattori‘ in un viaggio curioso e poetico. Dove la fantasia stringe la mano alla realtà. E la sottile malinconia, è dolce e cullante.

Sosia degli Emigratis, ‘zatterati’ nella terra siciliana; macchiette di Franco e Ciccio, comici e spaesati; o baronetti che fanno di Palermo la loro Liverpool. Questa è la storia di due amici, che dopo un passato musicale insieme, hanno un futuro da reinventare. Alla rottura del loro sodalizio professionale, segue un lungo periodo di silenzio, finché Antonio (Dimartino), cerca Lorenzo (Colapesce): “Perché minchja sei sparito?“. L’idea è un nuovo progetto surreale: andare in giro per la Sicilia e scoprire se le leggende dell’isola nascondano un fondo di verità, o se siano solo frutto dell’immaginazione, per scriverne insieme un libro. “Non aveva più senso ricominciare a suonare?“. “Ci siamo presi tutto. È il momento di restituire”.

Ma che mare, qui solo cabbasisi

I due amici si erano lasciati in piena tournée: Antonio dopo una lite è sparito per poi unirsi a una setta – “Cu minchia sugno i semeniti?!”. Tutto merito dell’Antico Ordine Semenita un gruppo ambientalista new age, da cui il musicista ha ricevuto l’incarico di scrivere il libro sui luoghi leggendari della Sicilia. E pare anche che lo paghino. Tra mitologia greca e racconti arabi, viene mostrato il lato siculo psichedelico, e quello natural popolare. “C’è un po’ di noi, nomi compresi, un po’ della nostra personalità e dei nostri tratti caratteriali, ma non è una storia autobiografica“, precisa il duo. Ne “La primavera della mia vita“, sembrerebbe di seguire una canzone di Battiato, dove non si comprende nulla, tra arcani misteri e potere del folclore. Licenze poetiche che si concede anche il film. Dove ti smarrisci se cerchi di seguire un filo logico.

Diretto da Zavvo Nicolosi di Paternò, già autore con i i Ground’s Oranges di bellissimi videoclip italiani, il film in lavorazione aveva per titolo “Mandorlo amaro“: per intenditori, cambiato poi con l’attuale. La sceneggiatura è di Michele Astori, Antonio Di Martino, Lorenzo Urciullo e Zavvo Nicolosi. Il mondo musicale del film tratto dal repertorio della “Cam Sugar“, si ispira alle opere italiane dei Maestri Franco Micalizzi, Ennio Morricone, Riz Ortolani, Fabio Frizzi e Piero Umiliani. E la colonna sonora, si apre e si chiude con l’iconico coro degli Albini, strani personaggi onnipresenti della pellicola.

La primavera rifiorisce in Sicilia

I testi delle loro canzoni, sono da sempre, eruzioni di Etna, pieni di caratteristiche normanne.. Da “Agrigento“, brano in cui ricordano l’Istituto Majorana dell’omonima città, o in “Luna Araba” ambientata ad Ortigia con Carmen Consoli, dove troviamo “gli spagnoli con il cuore in valigia”. Senza dimenticare le isole eolie Filicudi e Alicudi, “dove fare il bagno nudi”, come cantano nella hit “Toy Boy” con Ornella Vanoni”.  . “La Sicilia è il palcoscenico dove accadono le nostre visioni, un’isola speciale filtrata dalle nostre letture e dal nostro passato. La nostra musica è piena di luoghi di mare e di pochi posti dell’interno siciliano, anche se uno dei nostri posti preferiti è sicuramente Pantalica con la sua Necropoli, tanto da averle dedicato una mia canzone, ‘Le pietre di Pantalica’. Non è molto distante dal paese in cui sono nato, Solarino – dice Colapesce – in provincia di Siracusa“. Una terra dove la favola trova il terreno fertile, dove attecchisce spontanea e impossibile, come l’albero degli zecchini d’oro di Pinocchio. Il gatto e la volpe sono Colapesce e Dimartino, ma con la discolpa della genuinità e di una musica leggerissima.

Federica De Candia Seguici su Google News