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La Valpolicella green di Pasqua Vini

Pasqua Vini punta i riflettori sulla sostenibilità eleggendo i vigneti di Mizzole, Cascina San Vincenzo e Brasa Coèrta, e i vini che nascono qui, come portavoce del proprio approccio green in Valpolicella. “La vocazione alla sostenibilità è centrale nella nostra visione”, spiega Umberto Pasqua, Presidente di Pasqua Vini. “È un tema urgente e per noi non lo è da oggi come dimostrano i nostri progetti. Siamo impegnati a fare sempre meglio e crediamo che la strada della continua ricerca ci caratterizzi”. 

Il vigneto di Mizzole è infatti coltivato a biologico da dieci anni e nel 2023 vedrà completato il processo di certificazione iniziato nel 2020. Impiantato tra il 1980 e il 1990 e situato a 200 m s.l.m., il vigneto sorge su un suolo calcareo e argilloso che lo rende adatto per le varietà Corvina, Rondinella, Oseleta, Cabernet Sauvignon e Merlot. Da qui nasce il Cecilia Beretta Mizzole Valpolicella Doc Superiore che, dal 2018, con l’arrivo della enologa Graziana Grassini in collaborazione con il team di enologi della cantina, ha assistito a un cambiamento: se lo stile di vinificazione in passato esaltava la muscolarità e robustezza di questo vino, ora le basi del blend sono diventate più delicate e le note verdi che caratterizzavano questo vino sono state ammorbidite. Proprio l’annata 2018 si caratterizza per un colore rosso che tende al granato mentre al naso emergono gli aromi di frutti rossi, di fragoline di bosco e confettura di fragole, a cui si aggiungono anche note leggermente tostate, balsamiche e di vaniglia. In bocca il vino presenta un tannino morbido e setoso, buon corpo e freschezza.

Il vigneto Cascina San Vincenzo, quattro ettari a un’altitudine di 380 m s.l.m., otto chilometri a nord sul crinale di Mizzole, è invece nato fin da subito in biologico. Le uve qui coltivate sono Corvina, Corvinone e Rondinella da cui nasce Famiglia Pasqua Cascina San Vincenzo Valpolicella Ripasso Doc che, nell’annata 2019, ha un colore rosso rubino intenso con sfumature granate. A naso questo vino richiama un bouquet di fragoline di bosco, la confettura di fragole, ma anche note agrumate di lieve scorza d’arancia e di marasca. Rispetto al Valpolicella Mizzole, l’acidità del Ripasso Cascina San Vincenzo è più spiccata con profumi freschi e definiti, dovuti alla differenza di altitudine tra i due vigneti. 

Infine, ecco il progetto pilota avviato nel 2017: si tratta di Brasa Coèrta, coltivato a conduzione agricola naturale con l’obiettivo di tutelare il vigneto, parcella di quello di Mizzole, come parte del patrimonio territoriale. L’idea si è concretizzata grazie all’incontro con Diego Rossi, chef e proprietario del ristorante Trippa di Milano, da sempre appassionato di vini naturali, e Lorenzo Corino, agronomo, tra i massimi esperti sul tema in Italia e in Europa. Su questi 1,2 ettari, con una densità di 5mila ceppi per ettaro e un’altitudine di 230 m s.l.m., l’apporto tecnologico e umano è quasi nullo e questo incide sul risultato finale del vino e sulla definizione della sua personalità. Il Brasa Coèrta Valpolicella Doc 2019, seconda annata del progetto, al naso rivela note di ciliegia, tabacco e confettura di prugna mentre in bocca rimane persistente, con sensazioni retrolfattive speziate. 

Abbiamo iniziato a sperimentare con il biologico e poi con il naturale, perché le caratteristiche ottimali degli appezzamenti sul crinale di Mizzole ci permettevano di esplorare questa strada”, commenta l’AD Riccardo Pasqua. “Siamo particolarmente soddisfatti del risultato che abbiamo ottenuto: tre diverse e straordinarie espressioni enologiche del terroir della Valpolicella, che lo interpretano con coerenza ed eleganza, con equilibri diversi e con innovativi approcci in vigneto”. 

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