La conferma delle aliquote IRPEF e IMU, gli investimenti per le opere pubbliche, le partecipate, il PGT. C’è tutto questo e ovviamente molto altro nella discussione sul bilancio approdata martedì 21 marzo in consiglio comunale a Legnano. Ma a fare rumore, più che i numeri, sono state le assenze: quelle dei consiglieri comunali di Lega, Lista Toia e Forza Italia che hanno deciso di disertare la seduta in aperta polemica con la scelta del presidente del consiglio comunale Umberto Silvestri di non concedere una finestra temporale più ampia per studiare il documento e presentare emendamenti.
La decisione, definita dagli stessi consiglieri di opposizione «sofferta», «nasce dalla volontà di denunciare il comportamento del presidente del consiglio comunale, Umberto Silvestri, e dell’amministrazione Radice – spiegano Francesco Toia, Romano Colombo, Carolina Toia, Daniela Laffusa e Letterio Munafò in una nota congiunta -. Il presidente ha infatti dimostrato una totale mancanza di rispetto (se non addirittura disprezzo) per la sovranità del consiglio permettendo, in piena capigruppo, l’ingerenza del sindaco lasciando a quest’ultimo piena autonomia decisionale. L’ordine dei lavori e la scelta delle date dei consigli sono una prerogativa dell’intera conferenza dei capigruppo, non certamente esclusiva di un singolo membro, anche se si tratta del primo cittadino. Inoltre, sempre lo stesso presidente, durante la riunione, invece di rappresentare il consiglio e difenderne la sovranità, ha scelto di “chiedere il permesso” al Sindaco in merito alla decisione da adottare. Purtroppo, il sindaco Radice ha “negato l’autorizzazione” e la linea dettata dalla giunta è stata pertanto osservata, minuziosamente, dallo “spodestato” presidente Silvestri».
I capigruppo di opposizione, infatti, avevano chiesto di posticipare la data della seduta consiliare per evitare che le commissioni convocate per mercoledì 15 e giovedì 16 marzo fossero temporalmente successive al termine per la presentazione degli emendamenti. «Richiesta ovviamente negata, a dimostrazione di quanto poco importi a questa amministrazione dare ascolto alla voce delle opposizioni – aggiungono i consiglieri -. Questa mancanza di rispetto per il ruolo del consiglio ha portato ad una situazione in cui lo stesso consiglio è sminuito, mortificato e politicamente annullato. Tutto questo è a dir poco folle, oltre ad aver generato un precedente scomodo che si pone in netta contrapposizione con i principi democratici e di trasparenza sanciti dai diritti degli enti locali. Questa procedura è stata palesemente voluta dal sindaco Radice e dalla sua giunta ed è stata “osservata alla lettera” dal presidente Silvestri che dimostra, per l’ennesima volta, che l’amministrazione vive di slogan, di comunicati stampa idilliaci e non ha alcuna volontà di ascoltare le opposizioni. Oltre a ciò, si aggiunge la mortificazione subita dai consiglieri durante la commissione del 15 marzo, ai quali alle 21 è stato chiesto di proseguire ad oltranza, nonostante il giorno dopo ci sarebbe stata una seconda seduta. Scelta, questa, giustificata con l’impossibilità degli assessori a presenziare il giorno dopo».
Un quadro, insomma, che per Lega, Lista Toia e Forza Italia è ormai «inaccettabile». «La mancanza di volontà del presidente del consiglio di difendere la sovranità del consiglio stesso sta avendo gravi ripercussioni sull’amministrazione e sulla stessa città – concludono i consiglieri -. Legnano ha bisogno di una leadership forte e indipendente che difenda gli interessi dei cittadini, e che non agisca come un “burattino”’ nelle mani del sindaco e della giunta. Siamo delusi e amareggiati: il presidente del consiglio comunale non ha assunto le proprie responsabilità e ha invece permesso che il consiglio comunale venisse ridotto ad un organismo privo di qualsivoglia potere. Come rappresentanti della comunità, come forze di opposizione, ci impegniamo a garantire che la sovranità del consiglio comunale venga ripristinata e che il presidente del consiglio ne assuma, finalmente, il ruolo di rappresentante, agendo sempre e soltanto nell’interesse della comunità. È tempo di porre fine a questo atteggiamento inadeguato e di difendere la democrazia e la sovranità del consiglio comunale».
Polemiche, quelle della quasi totalità del centrodestra, che peraltro hanno trovato sponda anche nei consiglieri di minoranza che in aula invece si sono presentati. «Ci troviamo a fare una discussione monca sul bilancio, frutto di una scelta della presidenza del consiglio nell’ultima capigruppo – ha sottolineato l’ex consigliere di maggioranza Federico Amadei -. Il segnale di questa sera, con tre forze politiche importanti che mancano, dovrebbe far riflettere il sindaco Radice su come sta funzionando l’organizzazione dei lavori del consiglio comunale. Il bilancio è una scelta dell’amministrazione, ma andrebbe discusso con tutte le forze politiche lasciando tempo per presentare gli emendamenti». «Manca una parte rilevante della città ed è dovuto ad una prova di forza della maggioranza che non ha voluto concedere un tempo adeguato per predisporre eventuali emendamenti – ha aggiunto Franco Brumana del Movimento dei Cittadini -. La questione non è il rispetto formale del regolamento ma è politica, è il rapporto tra minoranza e maggioranza. Dispiace che la maggioranza, soprattutto negli ultimi tempi, abbia assunto questo atteggiamento di disprezzo verso le minoranze».
Se da un lato il consiglio comunale dedicato al bilancio ha rimarcato per l’ennesima volta il contrasto ormai insanabile tra la presidenza del parlamentino di Palazzo Malinverni e una larga fetta delle opposizioni, dall’altro ha evidenziato una volta in più un altro leit motiv degli anni di amministrazione Radice: la spaccatura interna al centrodestra. «Le sedute sul bilancio sempre lunghe e difficili – ha sottolineato Fratelli d’Italia -. Quello discusso questa sera non deciderà solo di come saranno spesi i soldi della cittadinanza, ma anche le sorti a breve e medio termine della nostra città. Un appuntamento irrinunciabile per chi rappresenta in consiglio comunale quella parte non trascurabile di cittadinanza che non vede di buon occhio l’attuale giunta in carica e aspetta con trepidazione il 2025. Quale miglior momento, quindi, per confrontarsi con il proprio antagonista politico se non il faccia a faccia del consiglio comunale? Consapevoli di quanto sia importante questo appuntamento, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia non può non ribadire la propria convinzione che i luoghi del confronto politico e della rappresentanza del volere dei propri elettori siano proprio il consiglio comunale e le commissioni».
«Nonostante la maggioranza abbia cercato di organizzare i lavori inerenti sulla commissione di bilancio in modo da complicare alle minoranze la possibilità di presentare emendamenti, seguendo una prassi di rispetto istituzionale che non dovrebbe mai mancare, questa sera i consiglieri Gianluigi Grillo, Stefano Carvelli e Franco Colombo hanno partecipato al consiglio comunale in presenza – aggiungono dal partito di Giorgia Meloni -. Non solo per dovere istituzionale e morale nei confronti della cittadinanza che li ha eletti a suoi rappresentanti, ma anche per ribadire che nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli posti da alcuni esponenti dell’opposizione stessa, Fratelli d’Italia si batterà, senza arretrare di un millimetro, a sostegno dei propri ideali. La coerenza politica e il rispetto della voce di tutti coloro che, sempre più numerosi, ci stanno accordando la loro fiducia, ci fa dire che se noi c’eravamo prima, tanto più ci siamo adesso e ci saremo domani».