Fara di Città Alta, sabato 20 gennaio ore 15. Manca poco all’inizio del momento clou del weekend di inaugurazione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura Italiana.
L’orchestra di fiati, composta dai musicisti dei corpi bandistici “San Martino” di Piazza Brembana, “Santa Brigida”, “Ramera” e alcuni provenienti da Robbiate e Zogno, è in pole position. Sono armati di strumenti e aspettano l’attacco del direttore per poter iniziare.
Dietro di loro c’è un folto gruppo di ballerine che alla fine della parata si riuniranno con gli altri danzatori, in tutto duecentosettanta, provenienti da tutte le scuole bergamasche. Il clima è rilassato, ma tutti aspettano il segnale di partenza.
In altre parti della città – il Parco Ermanno Olmi alla Malpensata, Largo Barozzi e Piazza S. Anna – altri cortei sono in attesa dell’ok alla marcia. L’idea richiama quella del progetto di Università Canta, seppur con itinerari diversi, già raccontato da Bergamonews nell’agosto 2022: quattro gruppi di persone, a ciascuno dei quali è stato affidato un colore identificativo, partono da quattro punti diversi della città per ritrovarsi poi tutti insieme.
Il Campo della Fara è il quartiere generale del colore giallo. Volontari e partecipanti al corteo, con il viso dipinto di giallo, sono impazienti di mettersi in marcia. Selfie, video con il cellulare. È importante non catturare ogni istante.
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Alle 15.30 parte il countdown che dà inizio all’avventura. È il momento della musica suonata dalle bande, si inizia a marciare verso la prima tappa: via Pignolo alta. I passanti salutano il serpentone umano, le persone del corteo ricambiano con i loro sorrisi. Le cose accadono con spontaneità quando si sta bene insieme. Nessuno viene escluso. Ognuno partecipa nella forma che più gli appartiene: come spettatore, per non perdersi nemmeno un momento, come protagonista, per marciare fino al palco di Piazza Vittorio Veneto, assicurandosi un posto in prima fila per lo spettacolo “I Nuovi Mille”, e da volontario, al servizio della comunità. Come Bianca che con fierezza dice: “Oggi sono qui perché sono orgogliosa della mia città, voglio che Bergamo sia conosciuta in tutto il mondo”.
Tra i marcianti anche Massimo Boffelli, direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo: “Oggi è una festa bellissima, sono orgoglioso di essere bergamasco e felice di vedere la città così viva e bella”.
È possibile sognare in grande a qualsiasi età, i cortei sono affollati da almeno quattro diverse generazioni di persone, tutte unite da un’unica volontà: far parte di qualcosa di grande. I bambini seguono la strada dei più grandi, i più grandi tornano bambini lasciandosi trasportare dalla meraviglia. E in effetti c’è stata della magia: all’unione dei cortei il tempo si è fermato. La felicità di aver raggiunto la meta, la consapevolezza di far parte di qualcosa di grande e unico. Da quattro a uno, tutti insieme davanti allo stesso palco.
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