Ci scrive Maria Rosa Termine, ex-Coordinatrice Infermieristica: “vado in pensione con il groppo alla gola, la professione può ripartire solo dal giro letti”.
Carissimo Direttore,
ho aspettato un anno per lasciare il mio amatissimo lavoro, poi ho ceduto alla stanchezza (pendolare per 11 anni, con 4 ore di treno tutti i giorni). Non volevo lasciare il mio team, il mio ospedale.
Mio, perché ho ancora un forte senso di appartenenza anche oggi che sono a casa.
Ho dedicato metà della mia vita al lavoro ai pazienti al mio gruppo perché ho sempre lavorato solo perché tutto funzionasse al meglio e solo perché i nostri pazienti ricevessero il miglior servizio possibile.
Purtroppo pochi sono i professionisti rimasti che lavorano con dedizione passione motivazione.
Condivido quanto scritto dal collega, stiamo perdendo quella poca forza volontà che avevamo siamo mal governati abbandonati dai nostri stessi ordini che non vedono più in là del loro naso; siamo mal retribuiti, sfruttati. Siamo cresciuti negli studi, ma non come professionisti.
Rimarremo sempre professionalmente piccini perché nonostante ci siamo evoluti sulla carta (alcuni di noi sono anche Dirigenti) non lo siamo operativamente; non abbiamo una Governace forte credibile autonoma siamo ancora subordinati.
Perché i nostri stessi Dirigenti sono ricattabili hanno raggiunto uno loro status anche economico divisibile sempre fra i soliti eletti. I sindacati non esistono.
Per fortuna ci sono ancora persone che hanno scelto questa riflessione perché davvero lo volevano e non per ripiego.
Troppi pochi per poter riuscire a risollevare la professione alla sua dignità al rispetto al riconoscimento della propria autonomia e ad un compenso economico equo che rispetti le innumerevoli responsabilità del lavoro, dal riconoscimento delle indennità di usura e di rischio mai del tutto riconosciute.
Tutto sulla carta splende, ma operativamente è un fallimento su tutti i fronti; ogni tanto una luce ma solo grazie ai singoli alle persone che ancora ci credono, ma proprio quelle sono le più emarginate sfruttate; mai un compenso perché tanto loro lavoreranno sempre e comunque; loro non si lamentano se fanno il cosiddetto giro letti perché l’assistenza parte da lì; il rapporto con il malato nasce da lì, con la consapevolezza reale totale del tuo lavoro.
Grazie.
Maria Rosa Termine, Coordinatrice Infermieristica in pensione
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