Moët & Chandon, il più grande proprietario terriero della Champagne guarda al futuro puntando a innovazione e giovani. Infatti, abbina alla presentazione del Grand Vintage 2015 i piatti realizzati da quattro talentuosi chef all’alba della loro carriera.
Nessuna annata somiglia ad un’altra, ogni bottiglia del celeberrimo champagne che nasce sotto il marchio Moët & Chandon non ha pari. Alla base è necessaria un’ottima uva, ma ciò è indipendente dall’uomo e regolato dalla natura e dal clima, che va ad influenzare il risultato finale. “Ogni Grand Vintage rappresenta la mia personale interpretazione di una specifica annata e, come tale, è unico. Grand Vintage è l’occasione per scoprire attraverso i miei occhi – precisa Benoît Gouez chef de cave, Moët & Chandon – l’originalità di una particolare vendemmia: non è un “riassunto” di quell’anno, quanto piuttosto la mia visione di ciò che ha rappresentato. Come un fotografo che inquadra uno scatto, seleziono i vini che comporranno l’assemblaggio finale di un Grand Vintage Moët & Chandon. È come lavorare con i negativi fotografici: puoi intravederne forme e contorni, puoi essere sicuro del risultato finale, ma non potrai esserne certo finché non avrai sviluppato la foto”.
Moët & Chandon e le nuove generazioni di cuochi italiani
La maison francese ha avviato un percorso di confronto ed esperienza invitando quattro giovani chef insigniti del premio speciale “Tradizione Futura” voluto in collaborazione con il Gambero Rosso, a interpretare con il proprio stile e la propria visione le caratteristiche di Grand Vintage e Grand Vintage Collection.
Andrea Leali di Casa Leali a Puegnago (BS) golden boy della cucina bresciana, per Grand Vintage 2015, morbido e avvolgente, ha proposto la sua Giardiniera del Lago: verdure in giardiniera, piccoli pesci di lago in diverse consistenze e lavorazioni e salsa di sarde allo spiedo. Un piatto pensato per racchiudere tutto il lago e le sue usanze culinarie.
Maria Carta di Is Femminas a Cagliari, custode della “cucina di longevità”, la provincia della Barbagia in cui è nata conta il maggior numero di ultracentenari al mondo, ispirata dalle note luminose e speziate di Grand Vintage Rosé 2015, ha proposto Racconti di Terra e Mare: una fregula fatta a mano con semola di grano bio Senatore Cappelli macinato a pietra, accompagnata da un ragù al nero di seppia, lavata solo con acqua di mare, servita su emulsione e scaglie di bottarga, basilico e carciofo fritto.
Nico Mastroianni dell’enoteca Il Santo Bevitore di Cassino (FR), il più giovane, appena 25 anni, in abbinamento a Grand Vintage Collection 2006 ha presentato Baccalà dell’entroterra: filetto di baccalà, servito con pecorino, olio al basilico, limone e cavolo nero. Un chiaro omaggio alle proprie origini ciociare, che ben si sposa con il corpo pieno e tostato dello Champagne.
Xin Ge Liu de Il Gusto di Xinge di Firenze, cinese di nascita ma italiana d’adozione, arriva dal mondo del fashion e del design e ha realizzato un dessert da abbinare a Grand Vintage Collection 1999: Xinge’s Moon, una rivisitazione della Moon Cake, tipico della tradizione cinese. Qui realizzato con una base di farina di riso, ripieno di un primo strato di crema al taro seguito da un secondo con crema di litchi e champagne.
Grand Vintage 2015 un anno di “risveglio”
L’annata 2015 appena arrivata sul mercato nasce da una vendemmia svolta in piena luce e con un clima perfetto. Si direbbe un’ottima annata nonostante lo stress idrico, seguito da violenti acquazzoni abbattutisi sui vigneti a ridosso della vendemmia. Ma, la freschezza aromatica del Meunier e del Pinot Noir è stata preservata e questo è quel che conta. Lo chef de cave ha mostrato la sua soddisfazione per un prodotto propenso all’invecchiamento: “Il 2015 è stato un anno di risveglio e di consapevolezza nei confronti del cambiamento climatico – spiega Benoît Gouez – sia in vigna che nel mondo. Grand Vintage 2015 è uno champagne di contemplazione – segna l’inizio di un nuovo giorno”.
Il futuro della Maison: innovazione e giovani
Il Grand Vintage 2015, sia blanc che rosé – il primo è il 76esimo Vintage dichiarato dalla Maison, il secondo è il 45esimo millesimato rosé a essere rilasciato, creato con le uve vendemmiate nella tarda estate del 2015, si caratterizza per maturità e qualità avvolgenti, assemblate in champagne dall’eccezionale morbidezza. La maison dalla spiccata tendenza all’innovazione reputa a ragion veduta che solo attraverso un dialogo autentico tra il vino e il piatto che lo accompagna si riesce ad ampliare l’esperienza di degustazione. Ecco il perché della collaborazione con giovani talenti. Un viaggio prezioso che Moët & Chandon, il più grande proprietario terriero della Champagne, è sempre pronto a percorrere, attraverso il confronto e il sostegno della creatività e dell’estro in ogni sua manifestazione, anche quella culinaria.