Ad essere convinti che nelle foschie e le nebbie delle sue tele si possano rintracciare i segni dell’inquinamento atmosferico nei primi anni del diciannovesimo secolo sono ora un gruppo di scienziati. Ricercatori che si sono concentrati non solo sulle opere di Turner ma hanno preso in esame anche i dipinti en plein air di Claude Monet che ritrae lo stesso paesaggio diverse volte nel corso degli anni, raffigurandolo sempre con più smog. Inoltre, Monet “nelle lettere inviate a sua moglie da Londra dimostra di essere ben consapevole dei cambiamenti ambientali che lo circondavano, lamentando addirittura l’assenza di nuove industrie che accendono la sua creatività”, scrivono i ricercatori. “Tutto è morto, niente treno, niente fumo o barca, niente per eccitare un po’ la verve”, confida Monet alla moglie rimasta in Francia.

Lo smog nei quadri di Monet e Turner

Monet e Turner dipingevano già l’inquinamento: altro che nebbia, era smog

Tutti abbiamo in mente le opere d’arte degli impressionisti come Monet, Manet o Turner: la rappresentazione della realtà, per questa corrente artistica, passava attraverso lo studio quasi ossessivo della luce e i suoi effetti sugli oggetti – non è un caso che la maggior parte della produzione artistica di questo filone sia legata alla pittura en plein air, all’aria aperta.

Ma gli impressionisti potrebbero aver fatto molto di più che fermare sulla tela una particolare condizione di luce: i loro quadri potrebbero essere una vera e propria fotografia dei livelli di smog delle città europee alla fine dell’Ottocento.

Studiando le opere più tarde di Turner e Monet, i ricercatori hanno osservato un fenomeno molto simile: contorni meno definiti, colori più tenui, un cielo in generale più grigio – caratteristiche ben diverse rispetto a quelle che si possono notare nei quadri giovanili.

Per Monet, gli autori hanno esaminato 38 dipinti prodotti tra il 1864 e il 1901. Per Turner, hanno esaminato 60 dipinti ad olio composti tra il 1796 e il 1850. L’evoluzione pittorica verso paesaggi inquinati è evidente nel tratto di entrambi gli artisti.

All’epoca di questi artisti la fotografia non era ancora diffusa, eppure questi dipinti sono in grado di restituirci paesaggi urbani sempre più inquinati e deteriorati dallo sviluppo industriale umano proprio, cogliendo come un’istantanea l’aumento dello smog.