Il sindaco di Legnano Lorenzo Radice e tutti i gruppi di maggioranza respingono la richiesta di dimissioni dell’assessore all’urbanistica, Lorena Fedeli, avanzate dal consiglio comunale Franco Brumana
«A chi grida “dimissioni” per una presunta incapacità in materia urbanistica, dico di farlo 10, 100, 1000 volte: perché ogni volta ci chiariranno che abbiamo due visioni fortemente diverse dell’urbanistica e delle sue finalità». Il sindaco di Legnano Lorenzo Radice e tutti i gruppi di maggioranza respingono, senza se e senza ma, la richiesta di dimissioni dell’assessore all’urbanistica, Lorena Fedeli, avanzate nell’ultimo consiglio comunale dal consigliere di minoranza, leader del Movimento dei Cittadini, Franco Brumana. Con una lunga nota stampa congiunta spiegano la loro visione di città, che sarà concretizzata nel nuovo «PGT della rigenerazione urbana»: «Un piano diverso dal passato – dichiarano – che andrà a lavorare soprattutto sull’esistente, riqualificandolo con benefici per la collettività e senza consumare altro suolo».
In merito alla proposta di variante ricevuta sulla ex Pensotti, bocciata dalla giunta, precisano che «la soluzione presentata sostanzialmente cancellava le utilità pubbliche, che sono un criterio importante tanto quanto le volumetrie e da cui l’amministrazione non può prescindere». Di seguito il comunicato completo.
«L’ultima seduta consiliare ha evidenziato, negli interventi di alcuni esponenti della minoranza, visioni molto diverse, se non antitetiche, riguardo l’urbanistica. La nostra visione è quella di una città a servizio delle donne e degli uomini che la abitano, una città fatta per moltiplicare occasioni e opportunità di incontro, relazione e crescita delle persone che la vivono. Una città sociale, al servizio delle persone e non una città che mette le persone al proprio servizio. Una città sostenibile, che usa le sue risorse più preziose, tra cui il territorio ormai finito e interamente costruito, per rigenerarsi e creare opportunità di vita buona per tutti e tutte, e non solo per generare ricchezza a vantaggio di pochi, cosa, purtroppo, accaduta varie volte in passato in questa città.
La nostra amministrazione vuole cogliere i “segnali” del tempo che viviamo e usarli per orientare una rigenerazione armoniosa e in grado di produrre benessere equo e sostenibile. Tra questi segnali oggi c’è sicuramente la richiesta di molti operatori di ridisegnare progetti autorizzati tanto tempo fa (in alcuni casi 12- 13 anni or sono) e che presentano volumetrie smodate rispetto al mercato attuale. Ridurre le volumetrie e liberare terreno per generare spazi e usi pubblici (e non utilità private) sono due azioni che realizzano quella strategia di rigenerazione che dobbiamo e vogliamo spingere e incentivare.
Per esempio, in merito alla proposta di variante ricevuta sulla ex Pensotti, la soluzione presentata sostanzialmente cancellava le utilità pubbliche, che sono un criterio importante tanto quanto le volumetrie e da cui l’amministrazione non può prescindere. Questo non significa che l’alternativa sia l’intervento da 100mila metri cubi sciaguratamente autorizzato in passato ma che, in una soluzione progettuale aggiornata alla situazione del mercato attuale, volumetrie fortemente ridotte possono e devono dare spazio a quelle utilità pubbliche essenziali per l’equilibrio complessivo del quartiere San Paolo: una distesa di villette con altri capannoni commerciali e uno spezzatino di aiuolette e giardinetti inutilizzabili sono oggi “il bene” per quel quartiere? Perché questo prevedeva la variante richiesta. In questa visione si inserisce anche il lavoro in corso sul PGT, che non può essere ridotto a logiche superficiali e legate a criteri di una vecchia e, per noi sorpassata, urbanistica. L’urbanistica non si fa gridando al vento progetti irrealizzabili; ma con un “sogno” e una visione della città futura, da unire al quotidiano lavoro e confronto con cittadini e operatori privati; non si fa con i like su Facebook ma con le competenze necessarie per affrontare una materia molto complessa e delicata e con il realismo di chi, come ogni amministratore pubblico, deve fare i conti anche con gli equilibri di bilancio per ottenere il massimo e il meglio per i propri cittadini.
Il PGT in vigore al nostro arrivo, figlio, nella sua impostazione, del documento approvato nel lontano 2011, è ancora basato su una logica di distribuzione delle volumetrie e di compra-vendita del territorio: logica ereditata dai precedenti PRG e che purtroppo ha portato, in molti scempi urbanistici visibili, a quello che chiamo il “sacco di Legnano”. A questa situazione l’amministrazione Centinaio nel 2017 cercò di mettere un freno con un’importante variante a un documento che però -nelle logiche di fondo- era pur sempre legato a quello originario. Oggi i tempi sono maturi per un nuovo PGT basato su nuovi criteri. Quello che arriverà sarà il PGT della rigenerazione urbana: un piano diverso dal passato che andrà a lavorare soprattutto sull’esistente, riqualificandolo con benefici per la collettività e senza consumare altro suolo; un piano che considererà il territorio e le sue aree dismesse una risorsa da tutelare e valorizzare per creare una città al servizio delle persone e delle loro relazioni.
Questa è la nostra visione di Legnano. Certamente molto diversa da quella di chi oggi ci rimprovera per non aver accettato una proposta di un operatore che nulla aveva di vantaggioso per la comunità legnanese e che ieri gridava allo scandalo per non aver pagato un privato per comprare quel che comunque dovrà esser dato come utilità pubblica (mi riferisco ad alcune importanti aree dismesse oggetto di passate polemiche). Da un lato c’è chi resta ancorato a una visione “monetaria” e volumetrica della città; dall’altro chi, come noi, pensa a rigenerare la città esistente e “portare alla casa Comune” utilità per la qualità della vita di tutti noi cittadini creando nuove alleanze con i privati e gli operatori che vorranno giocare la partita della rigenerazione delle risorse piuttosto che del loro consumo. Con gli operatori, infatti, il Comune si confronta costantemente e in modo trasparente; a tutti abbiamo chiarito queste linee guida e a tutti è stato chiarito che l’amministrazione avrebbe lavorato a un nuovo PGT, e non a una variante dell’esistente, e che questo avrebbe “congelato” per qualche tempo gli ambiti di trasformazione. A chi cerca di passare l’idea che il tempo di elaborazione del nuovo PGT sia perso occorre ricordare che il tempo di oggi non solo non è sprecato, ma è anzi un investimento per avere regole nuove, al passo con i principi urbanistici attuali e contemporanei, e soprattutto che manterranno il loro valore per i prossimi 10-15 anni; cosa che ci viene chiesta anche dagli operatori del settore. Inoltre è falso (o dimostra incomprensione dell’urbanistica) chi dice alla città che tutto è bloccato in attesa del nuovo PGT. Le sole porzioni di territorio “congelate” sono quelle degli ambiti di trasformazione, dove gli operatori possono comunque usare questo tempo per preparare studi e analisi che serviranno a presentare i futuri progetti fra alcuni mesi: tutto il resto dell’edilizia prosegue, dalla ristrutturazione della villetta ai medi e grandi piani attuativi, come dimostra proprio la vicenda di quello contestato della ex Pensotti. Per tutte queste ragioni a chi grida “dimissioni” per una presunta incapacità in materia urbanistica, dico di farlo 10, 100, 1000 volte: perché ogni volta ci chiariranno che abbiamo due visioni fortemente diverse dell’urbanistica e delle sue finalità. Per noi la trasformazione della città è un punto di incontro tra le utilità pubbliche e le legittime esigenze economiche di chi ci investe, un incontro virtuoso quando la finalità è la
rigenerazione di una città al servizio di tutti i cittadini e non la creazione di un puro interesse economico a vantaggio di qualcuno.Forse per questi motivi Legnano è chiamata ultimamente a seminari e incontri per portare l’esperienza che stiamo proponendo come “buona prassi” che riceve attenzioni e complimenti; l’ultimo caso sabato, a Milano, dove il relatore Stefano Boeri, architetto di fama internazionale, ascoltando quanto stiamo facendo, ha avuto parole di apprezzamento per la nostra città».
Lorenzo Radice, Sindaco di Legnano
Insieme per Legnano – Legnano Popolare
PD
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