Proprio al centro di quella verde terra che è l’Umbria c’è Gualdo Cattaneo. Un piccolo e antico borgo di quest’Italia capace di stupire sempre. Tutt’intorno il territorio si muove attraverso valli morbide in continua successione dove l’ulivo e la vite disegnano andamenti sinuosi che spingono lo sguardo fino al caratteristico borgo arroccato, tipicamente umbro, in provincia di Perugia, capace di sfiorare le pendici dei Monti Martani e osservare in lontananza i Sibillini e il Terminillo.
Il luogo, di incantevole bellezza e pregno si storia, rappresenta in pieno quell’Umbria medievale fatta di città guerriere e scontri epici. Spesso contesa tra Foligno e Spoleto, Gauldo Catteneo resterà a lungo al fianco degli spoletini divenendo un importante sostegno anche per l’attività di Federico Barbarossa. Erano i tempi di quei moti politici che videro l’ascesa dei guelfi in tutta l’Italia centrale. Ma come frequentemente accade tutto cambia e negli ultimi decenni la popolazione ha preferito lasciare il borgo con le sue case secolari, di pietra e mattoni, per raggiungere sistemazioni in città, apparentemente più comode e vivibili.
Spesso però, e la ciclicità della vita e delle dinamiche antropologiche ce lo insegnano, succede che due signori forestieri in visita da amici s’innamorino del borgo e della sua storia, dello scorrere del tempo secondo ritmi regolari e costanti, degli spazi, a volte angusti a volte ariosi e ampi, e di quell’atmosfera che ricorda tempi e gesta passati.
Da quel momento Giorgiana Guidi e Raffaele Tomaino non pensano ad altro se non a creare una nuova attività che dia linfa e vigore a quel borgo così bello. I due imprenditori, lei romana di Campo dei fiori, lui di Fiumicino ma da sempre residente a Roma, si lanciano in questo progetto, se volete nato all’improvviso, per caso, incuranti del periodo storico complicato (piena pandemia).
Dopo parecchi sacrifici, superando ostacoli di ogni tipo, realizzano il loro sogno. Sulla piazza Beato Ugolino arrivano l’ Hosteria e Residence Il Grottino che danno forma al loro progetto di ospitalità e cucina, con sede principale nell’ex canonica della chiesa del paese in una sorta di palazzetto del gusto e dell’accoglienza.
Il ristorante, in pieno stile osteria di pregio, si trova al piano terra dell’edificio. All’interno, al centro della sala spicca la griglia, una sorta di cuore rosso fuoco che arde per il cliente appassionato. All’esterno, in forma terrazzata, troviamo una boule di cristallo luminosissimo che chiusa rende confortevole mangiare immersi nel cuore medioevale del borgo anche nelle serate d’inverno più rigide ma che con la bella stagione, aperte le pareti trasparenti, regala una godibilità unica.
Ed è proprio da questa terrazza che si accede al residence, frutto di un’attenta ed elegante ristrutturazione.
Le camere sono solo quattro, tutte luminose, accoglienti e con una suggestiva vista sulla piccola piazza e sul campanile fino ad aprirsi verso le colline circostanti. Quello che arriva allo sguardo dell’avventore è emozionante, una sorta di schermo capace di trasmettere immagini uniche come piccoli boschetti e vigne di Sagrantino.
Selezione di crudi
Uovo soffiato al tartufo
Paté di fegatini di pollo con flan di ricotta e tartufo, pane alle noci e cioccolato fondente
Piccione laccato con burro al rosmarino e alloro, con riduzione al marsala e suo fondo, accompagnato da polenta con lenticchie
L’Hosteria è tenuta benissimo. In sala Luisa Minrath, una donna giovane ed entusiasta con un approccio elegante e professionale. In cucina c’è Marco Micucci, talentuoso e brillante. Un perugino, figlio d’arte, che senza abbandonare la cucina tradizionale propone con creatività piatti con ingredienti nuovi che vanno anche oltre i confini dell’Umbria. I piatti sono tutti realizzati con grande maestria, perfettamente centrati in quell’idea di cucina d’eccellenza che vorresti trovare in un ambiente curato e pieno di storia. La proposta alla carta è accompagnata dal menù della Brace articolato in una selezione di carni nazionali e internazionali veramente ben fatta. Si può spaziare dalla Manzetta prussiana alla Galiziana, dall’Irlandese al Tomahawk fino al pregiatissimo Wagyu Kasoshima A5.
C’è molto ancora da dire, o meglio, c’è e ci sarà a breve. Il progetto si sta arricchendo di una Bottega (prodotti tipici di alta qualità) e di un Bar Enoteca.
La novità maggiore, però, sta in un altro palazzo in ristrutturazione nella piazza principale, proprio difronte al Comune, che rappresenterà il modello di albergo diffuso. L’idea è di far vivere ai turisti il Borgo nella sua autentica vitalità, al fianco dei residenti, per valorizzare ogni sito d’interesse artistico e architettonico e allo stesso tempo recuperare e valorizzare vecchi edifici chiusi e non utilizzati. Questo per sostenere non solo il Borgo ma tutto il territorio circostante attraverso diverse attività di svago, organizzate e consigliate da loro, che possono portare i clienti in visita ad aziende di vino o di olio con escursioni a cavallo per le vie del Sagrantino, oppure rifocillanti soste in piscina presso agriturismi o strutture vocate con tanto di cestino del picnic preparato con cura dall’Hosteria Il Grottino. Un tassello di quel mosaico pieno di bellezze e storia che è l’Umbria.
Ma c’è di più, una notizia l’abbiamo tenuta per ultima, come a dire musica in fundo. Giorgiana e Raffaele sono protagonisti di un’iniziativa che riscuoterà presto un successo sempre più grande. Nelle piacevoli serate in cui la temperatura inizierà a permetterlo, porteranno nuovamente a Gualdo la grande musica Jazz, Swing e Soul. Si potrà cenare nella piazzetta dell’Hosteria Il Grottino con la musica dei più talentuosi maestri umbri e italiani, dai Four Seasons a Lisa Primavera, aspettando Vinicio Capossela…
residenceilgrottino.com
Giuseppe Garozzo Zannini Quirini
Vivace, appassionato e curioso, con una grande cultura del vino e del cibo di alta qualità. In realtà è figlio d’arte, perché queste passioni le ha ereditate dal padre. La formazione liceale e universitaria lo hanno portato a vivere esperienze lavorative diverse e lontane dal mondo dell’enogastronomia che però non ha mai abbandonato. Sommelier da lunghissimo tempo e docente in numerosi percorsi formativi è anche appassionato di storia e di estetica. Assurto agli onori della cronaca come Il Conte di MasterChef 4, si diletta nella narrazione delle sue scorribande enogastronomiche, tutto senza desistere dal ruolo di bruciapentole davanti ai suoi fornelli.