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Rider, la corte d

Ai rider di Deliveroo vanno applicate le tutele dei rapporti di lavoro subordinati con oltre 1.400 euro lordi di stipendio, tredicesima e quattordicesima. A dirlo è un pronunciamento della Corte di Appello di Milano nella causa fra la multinazionale del food delivery e il rider Giuseppe Di Maggio, assistito dagli avvocati Giovanni Paganuzzi e Ilaria Elisa Calcatelli e dal sindacato Uiltucs.

Per il collegio della Sezione Lavoro e Previdenza presieduto dalla giudice Silvia Marina Ravazzoni e composto dai giudici Benedetta Pattumelli e Giulia Dossi (consiglieri), fra il rider e Deliveroo c’è dall’1 dicembre 2018 “un rapporto di collaborazione” in base al jobs Act al quale va applicata la “disciplina di un rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno di 40 ore settimanali, con inquadramento nel sesto livello del Contratto Collettivo Nazionale del Commercio e retribuzione lorda di 1.407,94 euro per 14 mensilità”.

Si tratta della prima sentenza di secondo grado in assoluto in Italia – fa sapere la Uiltucs in una nota – che conferma i diritti da lavoro dipendente per un fattorino di Deliveroo. Pur stabilendo che il rapporto contrattuale è quello di una “collaborazione” da Jobs Act.

La multinazionale del food delivery tiene a precisare che “nessuna sentenza di nessun tribunale Italiano riconosce oggi l’inquadramento di lavoratore subordinato ai rider che collaborano con Deliveroo, che sono e restano pertanto lavoratori autonomi. Tra l’altro la decisione è relativa a un vecchio modello utilizzato che non è più in uso da anni”.

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