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Un loft verticale a Milano dal design eclettico e audace

Un loft verticale a Milano dal design eclettico e audace

Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

La sala macchine di un grande complesso industriale si trasforma in un’abitazione dove spazi e mobili raccontano una storia di viaggi e di passione per la ricerca dell’insolito.

Una fabbrica trasformata in loft diventa il wunderkammer di una coppia di collezionisti

«Abitavamo a pochi passi da questa grande fabbrica, era un grande edificio industriale per lungo tempo occupato. Quando ci è stato proposto di acquistarne una porzione, tra le tante possibilità di scelta, abbiamo visto il bel giardino, avevamo un grosso cane a quei tempi, e questa grande sala macchine con altezze enormi. Ci è piaciuto poter giocare su questi piani verticali. È facile dividere in orizzontale, ma molto più difficile progettare gli spazi in verticale». Così  Maurizio e la moglie Andrea raccontano la decisione di  abitare in questo spazioso loft a Milano, nella porzione sud della città, dove molti edifici industriali nel tempo sono stati trasformati in affascinati spazi residenziali.

Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

Maurizio, freelance per un giornale di nautica e broker di tessuti sui mercati orientali, e Andrea, stilista di moda, sono entrambi appassionati collezionisti di mobili, che scovano e raccolgono durante i loro numerosi viaggi. Una passione condivisa, quella per la ricerca dei mercatini più interessanti, dalla Cina all’India e fino al Sud America, sulle tracce di oggetti particolare e originali, a costi non eccessivi. Non le boutique di antiquariato, ma è il piacere della scoperta a guidare il collezionismo della coppia che, all’occasione, sa fare buon uso anche degli oggetti recuperati dalla strada. Restauratori non di professione, ma per passione dell’“oggetto ritrovato”.

Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

Il progetto del loft all’inizio prevedeva la realizzazione di un solo livello, ma presto la consapevolezza di dover dare una scansione diversa all’altezza davvero insolita di sette metri e mezzo della porzione acquistata, li ha orientati a creare un piano intermedio, un mezzanino dove posizionare la cucina. «Dove mettere la scala era il problema. Noi volevamo una scala bella e scenografica, mentre gli architetti quasi sempre la vogliono nascondere. Abbiamo deciso noi di posizionarla in modo ben visibile, anche perché venivamo da una casa molto tradizionale, con un corridoio centrale e stanze ai lati. Qui invece volevamo poterci sbizzarrire con lo spazio tutto da decidere; abbiamo collezionato per tutta la vita mobili e finalmente potevamo espanderci!».

Ecco quindi come questa casa, da una planimetria iniziale di 110 mq si estende fino ad arrivare a una superficie di 300 mq, scandita da piani sfalsati che hanno consentito di creare tre spazi ben definiti: al piano terra un ampio living con divano, poltrone, credenze e  un grande tavolo; la cucina al piano intermedio; la zona notte e lo studio al piano superiore. Il traît d’union della casa è la libreria, elemento verticale che occupa una porzione di parete a tutta altezza: da contenitore per oggetti e libri al piano terra, si trasforma gradualmente in piani d’appoggio per la cucina.

Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

E per non smentire l’abitudine a mantenere fede al principio “nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”, gli arredi del living subiscono l’intervento creativo dei padroni di casa: il divano nuovo viene foderato di un vecchio tessuto di velluto; il piano ovale del tavolo viene appoggiato su gambe in massello di rovere di un tavolo anni ’60 trovato in un mercatino. Pezzi particolari e inediti, con tante storie da raccontare, creano un’atmosfera conviviale per gli amici e gli ospiti: mobili artigianali anni ’50 accanto a manufatti di antiquariato africano e indiano, quadri astratti accanto a oggetti déco e a quadri di ispirazione preraffaellita.

Infine, l’ultima sorpresa la riserva il giardino: quello che in origine era il deposito di carburante per le macchine della fabbrica, è stato ora trasformato in una piccola foresteria per gli ospiti, sempre numerosi.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    In camera da letto, coperta di lana messicana, seggiola vintage Chiavarina dei F.lli Levaggi, tenda di provenienza indiana.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    Il piano cucina è in cemento; il tavolo è un pezzo unico in stile Picassiette: le piastrelle sono gli sfridi del negozio W  di Milano; la lampada da terra Arco e le sedie da pranzo sono state acquistate in un mercatino.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    Il piano alto della casa è riservato allo studio e alla zona notte: la parete mobile che nasconde lo studio è in legno e stoffa. La poltroncina Tripolina rotante è un cimelio trovato per strada dai proprietari.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    Nell’angolo studio, a parete è appesa una foto di Faye Dunaway dal film Arizona Dream, di Emir Kusturica. Divano Sity di B&B e lampada Serpente di Martinelli Luce.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    Nel living, mobile credenza vintage degli anni ’70, su cui posa un vaso in plexiglas acquistato da 10 Corso Como.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    Specchio in acciaio con mensola in legno integrata, e una grande ciotola anni ’20 in metallo.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    Visuale della zona living, dove pezzi di design storico coesistono con dettagli contemporanei.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    Tra gli oggetti di provenienza storica c’è anche una poltroncina anni ’40 con struttura in lewgno, disegnata da Paolo Buffa e prodotta artigianalmente.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    Nell’area dining, il grande tavolo ellittico con piano in legno laccato poggia su un supporto vintage risalente agli anni ’60.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    Visuale dell’abitazione, concepita con spazi aperti e ariosi, che si sviluppa in verticale.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    In un angolo relax si trovano un divano anni ’50 in velluto verde, una lampada anni ’70 in metallo cromato a tre archi disegnata da Goffredo Reggiani, e una poltrona in fibra di vetro: la forma si ispira alla natura e alle opere scultoree di Henry Moore. Il quadro a parete è di Andrea Vrbanac.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    All’esterno, un angolo di ristoro è formato da una panca di teak africano proveniente da Zanzibar, un grande tavolo realizzato con materiali di recupero e un set di sedie Coin. Sul tavolo, teiera danese e ciotole giapponesi in ceramica.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    All’esterno si trova il serbatoio in cemento della cisterna del gasolio che muoveva le macchine della fabbrica di giocattoli, ora foresteria per gli ospiti.

  • Adriano Brusaferri. Courtesy Studio Adna

    La facciata esterna, coperta di edera.

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