Una villa brutalista sul Lago Maggiore di 350 m2 ritorna a nuova vita
Ad Osmate, piccolo paese lombardo, AtelierP recupera un edificio brutalista degli anni Settanta e gli dona una nuova, confortevole abitabilità.
Una villa sul Lago Maggiore, nel totale rispetto del passato e con un nuovo orizzonte attento al futuro: si presenta così il recupero a Osmate, in provincia di Varese, di una villa dall’anima brutalista, situata in una delle località più amate da personalità come Gae Aulenti e Umberto Riva. Luca Piccinno Savelli Passalacqua e Mattia Pareschi di studio AtelierP, entrambi classe 1975, hanno rivelato anche in questa occasione un talento originale per la progettazione architettonica e d’interni.
Un metodo di lavoro il loro che attinge dalle avanguardie e abbraccia un’idea nomade e dinamica dell’abitare contemporaneo. La dimensione artistica e di ricerca di AtelierP si riflette in questa preziosa dimora sul Lago Maggiore, testimonianza architettonica degli anni Settanta: oltre la ruvida matericità del cemento e la rigida essenza brutalista, la loro visione si afferma senza stravolgere, seguendo con perizia un filo rosso di innovazione e arricchimento.
Il loro intervento esalta i volumi di questo edificio di 350 m2 disegnato da Amedeo Clavarino, progettista, fra gli altri, della Casa Stipel di Milano. L’approccio nasce dal rispetto della preesistenza, che deve però ritrovare nuova vita e vedute più ampie, anche in senso letterale. Così la “nuova” villa cattura e introietta la natura circostante, dissimula il cemento armato e lo sostituisce con grandi finestre scorrevoli capaci di enfatizzare il dialogo con il Lago Maggiore, ospite silenzioso oltre il verde intenso dei boschi.
Dei tre livelli che compongono questa villa sul Lago Maggiore è senza dubbio quello a quota terra a conoscere una maggiore ridistribuzione degli spazi: il pavimento in noce americano fiammato “accende” l’atmosfera e si fonde con il cemento, filo conduttore che percorre l’intera abitazione tra soffitti, pareti e camino. Qui AtelierP crea un nuovo volume di tre lati che si protende verso il giardino e rivela allo sguardo l’inconfondibile silhouette del tavolo da pranzo Doge di Carlo Scarpa, con le sue trasparenze e l’iconico piano in vetro.
La cucina su misura di Modulnova, da lunga e chiusa, arriva dopo l’intervento dello studio milanese ad affacciarsi sul living. Qui i divani, componibili e realizzati artigianalmente su design di AtelierP, smorzano la freddezza dell’ossatura portante ricalcandone contemporaneamente il linguaggio modulare. Una modalità favorita anche dal camino bifacciale, vero punto di collegamento fra i vari ambienti. Primo fra tutti lo studio, orientato verso il verde esterno come alla ricerca di una fonte naturale d’ispirazione.
Per quanto minimali, le importanti ristrutturazioni di ambienti e impianti servono ad esaltare l’abitabilità, il comfort e l’attenzione per i dettagli. L’ingresso, per esempio, gioca su una forma curva che addolcisce le geometrie brutaliste, oltre alle ampie vetrate che rendono permeabili e luminosi gli interni. La porta d’entrata avanza di un paio di metri, sufficienti per inglobare e arrotondare la scala rivestita in legno che porta al piano interrato. L’ex rimessa per gli attrezzi diventa così un luogo del tutto nuovo, deputato alla riflessione e al relax, un angolo intimo in cui trova spazio una sauna Effegibi. Come al capolinea di un percorso esperienziale, ecco la zona bar e biliardo, subito dopo i vani lavanderia.
Un recupero, quello operato da AtelierP, che tocca in modo raffinato e discreto anche la zona notte nel sottotetto. Le tre camere da letto sono ricavate in una dimensione più personale, dove ogni angolatura è un ritaglio da inquadrare e impreziosire. È un esempio la finestra della camera padronale di cui Piccinno e Pareschi ampliano la volumetria trasformandola in uno sporgente bovindo, scelta che regala al visitatore l’effetto straordinario di “camminare nella natura”. Le altre finestre si allungano e ampliano in grandi rettangoli, fino a diventare metaforici cannocchiali capaci di immortalare le acque tranquille del lago.
La nudità del cemento è rivestita con pigmenti chiari che valorizzano la luce naturale, soprattutto dal bovindo, e lascia al parquet il compito di riscaldare l’ambiente. Gli arredi vintage, azzeccati, sono l’elemento che rimanda alla storia dell’abitazione e che attenuano il granitico brutalismo, rimarcato sul tetto dall’utilizzo di alluminio graffato. Una volta tolte le vecchie marsigliesi, il roof è diventato un elemento che risolve l’estetica rendendo tutto allineato e superando qualche problema di tipo ambientale. Allo stesso modo, le finiture dei serramenti in corten rimarcano il rapporto con il cemento armato, trattato con una vernice trasparente semilucida che lo protegge e ne sottolinea i riflessi.
L’eccentricità cromatica del primo interior design spicca nei tre bagni in blu, rosso e turchese. Gli spazi acquistano un carattere contemporaneo grazie alle piastrelle in Silicio e Navy lucidi, con una palette che si accorda con gli altri ambienti e lascia intatto il loro fascino. Una fascinazione che prosegue negli esterni, disegnati in un verde rigoglioso dalla landscape designer Christiane Begonnet. Una splendida testimonianza anni Settanta, nella quale spicca il grande terrazzo. Da questa prospettiva, fra le cime degli alberi agitate dal vento, è facile comprendere come sia proprio la natura l’altro grande architetto che ha disegnato e resa unica questa residenza nascosta tra i laghi Maggiore, di Monate e Comabbio.