Nel variopinto salotto di Carlotta Turini. Autoritratto di Andy Warhol. Poltroncina vintage rivestita di tessuto Etro. Divano, Meridiani. Librerie disegnate da Carlotta e prodotta dall’azienda di famiglia, Mobilificio Turini.Courtesy Carlotta Turini
AD entra in esclusiva nella vivace dimora di Carlotta Turini, architetta con un innato senso del colore.
Tour in una casa immersa nel verde a Firenze, tra colore e personalità
Carlotta Turini è un’architetta e interior designer specializzata in residenze private, ospitalità e retail. Il suo gusto fresco ed elegante, di stampo italiano ma con un guizzo internazionale e un’allure contemporanea, è apprezzato sia in Italia che all’estero. Carlotta, infatti, ha lavorato per commissioni a New York, Hong Kong, Londra e in India. Da toscana cresciuta in un mondo di bellezze, ama la moda, le texture, i colori decisi, l’arte. Si circonda di verde e di fiori, sa cogliere lo spirito del suo temp, e renderlo vivo con progetti di arredo in cui ci si sente davvero a casa. Merito di un background familiare che le ha da sempre permesso di essere creativa e progettuale allo stesso tempo: l’azienda di famiglia produce arredi su misura, e la ha infuso una passione per tutto ciò che è “tailor made”, nel segno della miglior tradizione toscana. Un’attenzione al dettaglio che le ha permesso negli anni collaborazioni con alcuni brand di “furniture” come Tosconova, Badari e Turini & Werich. Carlotta vive col marito Alex Vittorio Lana, publisher di riviste e libri di lifestyle, hotellerie & lusso, e con i due figli Gherardo e Brando, in un variopinto appartamento nel quartiere dell’Oltrarno, la rive gauche fiorentina, ricca di botteghe artigiane e atelier d’artisti. Una casa immersa nel verde in una zona di Firenze dove i ritmi sono lenti, c’è poco flusso di turisti e si respira l’atmosfera di una volta. Preziosa e ricercata, come lo stile di Carlotta, che si racconta in esclusiva per AD.
Un ritratto di Carlotta Turini, architetta e interior designer. Gonna etnica, camicia Loewe, ballerine, Aquazzura.
Courtesy Carlotta Turrini
In che zona di Firenze siamo?
«In Oltrarno, la zona delle botteghe artigianali di Firenze. Amo passeggiare nel mio quartiere, osservare gli artigiani al lavoro. Constatare come ancora oggi, nell’era digitale, solo dalla capacità di lavorare con le mani, nascano i pezzi unici, quelli che sono in grado di raccontare una storia».
Dietro alla consolle della linea Turini & Weric , un’opera fotografica di Massimo Listri. Luce, di Bronzetto, Firenze. Busto, Galleria Romanelli.
Photo Courtesy Turrini
Dove e come avete trovato questa casa?
«Abbiamo acquistato questa casa nel 2017, dopo una lunga selezione tra le varie agenzie fiorentine. Era disabitata da più di 20 anni, la condizione perfetta per lasciarmi libera di esprimermi creativamente in una ristrutturazione radicale, pensando ad una divisione di spazi ragionata attorno alla mia famiglia, ai miei figli. Mi sono subito innamorata del giardino, anch’esso abbandonato. Un luogo perfetto per ricevere amici! In tutto sono 300 mq pieni di fascino, alberi secolari tra cui palme, castani e pini, tutte piante che fanno parte dell’adiacente Giardino Torrigiani. Una piccola oasi verde nel centro della città. Rara, preziosa».
Chi si è occupato del restauro strutturale?
«Io personalmente, insieme al mio team. Volevo trasformare questa casa abbandonata in uno spazio che rappresentasse esteticamente me. Un mix culturale tra heritage e futuro. Una location sempre aperta per gli amici. Adoriamo avere ospiti e passare il tempo in compagnia. Da architetta, ma anche da mamma di due ragazzi, avevo un obiettivo molto chiaro: creare uno spazio perfetto per la mia famiglia. Confortevole, funzionale, colorato ma soprattutto molto accogliente. Io e mio marito Alex amiamo pensare a questa casa come un luogo destinato ad accogliere amici, vecchi e nuovi. Da qui la necessità di un salotto caratterizzato da una verde deciso, aperto verso l’esterno, e di una sala da pranzo conviviale caratterizzata da carte da parati francesi e spagnole dense di colore e pattern. Il mio intento era quello di riportare questi interni al loro originale splendore, ma in chiave contemporanea. Volevo creare un luogo in cui la quotidianità si immerge nella bellezza».
Un angolo del salotto di lettura, a sinistra opera di Massimo Listri. Divani e librerie su disegno di Carlotta.
Courtesy Carlotta Turrini
Come hai iniziato a “pensare” alla tua casa?
«Ho sempre pensato che progettare la propria dimora sia un’opera d’arte che ha un inizio, ma che non ha mai una fine. Per me casa è sinonimo di vita. È un progetto in divenire, che si addiziona di esperienze e ricordi. Il risultato continuo di un cambiamento sentimentale ed estetico. Uno spazio in cui poter esprimere appieno la propria creatività. In particolare la sfida più allettante è stato creare continuità tra interno e l’esterno la casa affaccia su un meraviglioso giardino e volevo che l’atmosfera dell’esterno fosse presente anche all’interno. Da qui la scelta dei materiali e dei colori che mi hanno consentito di arrivare a un risultato molto gradevole e pratico».
La rigogliosa giungla cittadina: un giardino inaspettato, nel centro dell’Oltrarno, a cui si accede direttamente dal salone.
Courtesy Carlotta Turrini
Fai un uso vivace e libero dei colori, sfuggendo ai canoni della classica casa borghese fiorentina. Come li hai scelti?
«Tutti i miei progetti sono caratterizzati da un preciso e ragionato uso del colore. Nella mia casa predominano le tonalità del verde e dell’azzurro. Li troviamo sulle pareti, nei tessuti dei rivestimenti e sulle carte da parati. Colori che, grazie alla rifrazione della luce proveniente dagli esterni, rendono gli ambienti eleganti, ma in viva armonia con il giardino».
Etno-garden: poltroncina rivestita in tessuto Etro, e veduta sul giardino privato.
Courtesy Carlotta Turrini
Dove hai selezionato i pezzi di arredo?
«Provengo da una famiglia di industriali mobilieri per cui ogni arredo è stato progettato e realizzato su misura, per esaltare l’architettura della casa. Ho voluto arricchire però gli spazi con pezzi di modernariato che ho raccolto durante i miei viaggi. Dal Marchè aux Puces di Parigi alla Feira da Ladra di Lisbona oppure ad Anversa. La mia casa rappresenta la mia storia, i miei viaggi e le mie emozioni».
La sala dove Carlotta e il marito Alex Vittorio Lana amano avere ospiti per pranzi e cene. Carta da parati e textile en pendant: carta Gaston y Daniela, tessuti Pierre Frey. Lampadario, Badari.
Courtesy Carlotta Turrini
Dove acquisti mobilio di solito, o dove ti piace andare a cercare un pezzo “unico”?
«Mi piace molto girare per mercati di modernariato dove amo trovare pezzi vintage e oggetti particolari. Tra i vari negozi in cui ritrovo il mio senso estetico ci sono Flair e Traslucido a Firenze, Bergdorf Goodman a New York, Danon a Roma per i tappeti, e la galleria Nilufar a Milano. Un perfetto mix tra design anni ’70 e selezionati oggetti di antiquariato».
Ci sono diversi pezzi d’arte e fotografie: come li selezioni?
«Mi lascio emozionare. Scelgo solo opere d’arte che mi rappresentino, mai per il loro valore economico. Andy Warhol, Boetti, Massimo Listri, Archimede Seguso, Elisabetta Sirani, mixati con tappeti berberi e nomadi. Ogni opera d’arte per me è legata al momento della sua scoperta ad un’asta oppure in un negozio vintage, e di come poi l’ho contestualizzata nella mia casa, rendendola unica».
Un elegante bagno en “blue”, progettato da Carlotta.
Courtesy Carlotta Turrini
Che cosa ti piace di più di questa casa?
«La prima volta che sono entrata qui ho sentito una grande energia positiva. La presenza del giardino, con una piccola fontana al centro, e la posizione in questo quartiere di artisti che amo, mi ha convinto che questa fosse la casa giusta in cui fare crescere i miei figli».
Poltroncina vintage rivestita di tessuto Etro, mobile in rattan e bambù, lampada in ottone, Bronzetto, e libreria disegnata da Carlotta.
Courtesy Turrini
Come vivi questa casa immersa nel verde ogni giorno?
«Con serenità e gioia. Come un punto di incontro aperto a nuovi e vecchi amici. Uno spazio in cui amo perdermi e riconnettermi con me stessa, sviluppare nuovi progetti. La mia casa è sempre animata da cene con amici. Ritengo che la sala da pranzo sia il vero cuore di questo spazio. Amo ricevere a preparare con cura le mie tavole, arricchendole con oggetti e fiori. Trovo che apparecchiare con attenzione la tavola significhi dare importanza ai propri ospiti. Ad esempio, il giardino è perfetto per un welcome drink. Mi piace allestirlo come un piccolo bar con bicchieri da cocktail, shaker e tante piccole tapas da condividere prima di sederci attorno alla tavola. Il sottofondo musicale per me è fondamentale. Mi occupo sempre personalmente della playlist».
La camera padronale, in nuance blu ottanio, con carta da parati che si mixa con il tessuto usato per i cuscini, profilati di rosso. Tutto Pierre Frey. Sulla nicchia, opera fotografica di Massimo Listri, amico di famiglia. Letto, su progetto di Carlotta.
Courtesy Carlotta Turrini
Qual è tua stanza preferita?
«La mia cucina. Cucinare insieme ai miei amici e alla mia famiglia è un momento di condivisione importante. Un momento per stare insieme e parlare».
Il pezzo di design o di antiques a cui sei più legata?
«Un grande autoritratto giovanile di Andy Warhol che domina il soggiorno. Mi ricorda quanto l’arte sia parte della nostra vita quotidiana e quanto influenzi la nostra estetica».
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Courtesy Carlotta Turini
Carta da parati Gaston y Daniela. Tessuti Pierre Frey. Consolle, Turini & Werich. Opera di Elisabetta Sirani, presa ad un’asta. Specchio antico.
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Courtesy Carlotta Turini
Sul tavolino in ferro, vassoio di rattan vintage. Tessuti delle sedute e cuscini, tutto Jab.
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Courtesy Carlotta Turini
Un muro di ritratti di famiglia, su blu ottanio. Carta da parati, Gaston y Daniela.
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Courtesy Carlotta Turini
Dettaglio delle ceramiche in cucina, la stanza più amata da Carlotta.
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Courtesy Carlotta Turini
Una veduta della cucina.
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Courtesy Carlotta Turini
Nel giardino, arredi in bambù e poltroncine, in tessuto Jab, progettate da Carlotta.
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Courtesy Carlotta Turini
Nel giardino, arredi in bambù e poltroncine in tessuto Jab, progettate da Carlotta. Tappeto marocchino, vintage.
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Courtesy Carlotta Turini
Fantasie e colori en pendant per la camera da letto. Tutto Pierre Frey.