Ad ottobre 2022 l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) era in attesa di capire gli impatti della crisi internazionale sull’ultimo quarter del 2022. I risultati sono arrivati e sono positivi: il consorzio, infatti, ha superato nel 2022 quota 75,6 milioni di euro di export, segnando +25% sul 2021.
A confermarsi in pole position sono gli Usa, con un valore di oltre 19,3 milioni di euro, frutto di una crescita pari all’83% (dati Istat), e un peso del 23,6% sull’intero export enologico regionale. La Germania rappresenta la seconda destinazione per i vini marchigiani, riportando nel 2022 vendite in aumento del 9 per cento. Tra i mercati che hanno registrato crescite importanti, si contano Giappone (+53,8%) e Paesi Bassi (+16,1 per cento).
“Registriamo un dinamismo crescente sui mercati internazionali – commenta il Presidente di Imt, Michele Bernetti – con risultati oltre la media nazionale (+9,8%) che premiano non solo l’impegno delle aziende, ma anche lo sforzo di regia nel mettere a sistema la promozione a livello consortile e regionale, puntando sulla qualità. L’aumento in valore dell’export, non direttamente proporzionale ai trend dell’imbottigliato 2022, è dovuto a una serie di fattori: da una parte l’indubbia accelerazione sul terreno internazionale delle nostre imprese, dall’altra l’aumento forzato dei listini dovuto all’escalation dei costi di produzione, ma soprattutto è evidente l’impatto della crescita del segmento premium, a partire dai Verdicchio Superiore e Riserva”.
Per quanto riguarda le provenienze, tra le aree afferenti a Imt si conferma capofila Ancona (+26,3% il dato Istat sulle bevande in generale, dove i vini incidono per il 92% sul giro d’affari), da cui provengono sei su dieci bottiglie destinate ai mercati internazionali. Seguono, in ordine di valore, Pesaro e Urbino, Macerata e Fermo.