L’Art Nouveau, il movimento artistico che celebra la natura e la sua forza vitale: a pochi giorni dall’inizio della Primavera, dedichiamo il nostro consueto appuntamento con la Rubrica Arte allo stile che ha rivoluzionato il ‘900 europeo, portando leggerezza ed eleganza nell’arte figurativa. Analizzeremo, in particolare, uno dei suoi massimi esponenti Alphonse Mucha e la sua bellissima serie della “Primavera“.

Art Nouveau: la natura nella vita moderna

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Lezioni”, l’ultimo libro di Ian McEwan – Ph © di Jenny Lewis.

L’Art Nouveau è un movimento artistico che si colloca tra la fine dell’‘800 e gli inizi del ‘900 in Europa. Partito dalla Francia, dove il termine è stato coniato per la prima volta da Edmond Picard, trova presto spazio in tutta Europa. In Italia la prima testimonianza di questo straordinario stile, è già a fine ‘800 a Palermo, in un’esposizione. Chiamato anche Stile Liberty o Floreale, il nuovo movimento decorativo interessa l’arte in tutti i suoi campi. Il movimento nasce come ribellione alle conseguenza negative della Rivoluzione Industriale. Non solo in pittura, ma anche nell’arte orafa, nel mobilio, nella decorazione d’interni e soprattutto nell’architettura. A prescindere dal campo di applicazione, però, la parola d’ordine è una sola: eleganza.

In contrapposizione con la bruttura delle fabbriche e dell’ambiente industriale in generale, l’Art Nouveau si ispira alla natura e ai suoi tantissimi elementi, raffigurati per lo più in forma stilizzata. Si diffondono, in questo periodo, dei veri e propri disegni botanici e gli artisti per le decorazioni si ispirano ad un vasto repertorio naturalistico, sia animale ma soprattutto vegetale. Steli, boccioli di fiori, foglie, viticci decoravano le opere di questi artisti. La natura non veniva imitata ma interpretata e riprodotta nella vita moderna, assumendo così un carattere simbolico. La particolarità sta proprio nel modo in cui questi elementi vengono rappresentati. Le forme sono sinuose, eleganti, stilizzate, senza una particolare proporzione o simmetria, a volte insolite e stravaganti con colori decisi e brillanti. Se la natura è la protagonista di queste raffigurazioni, deve condividere però la scena con la figura femminile.

Alphonse Mucha: natura e donna

Le figure femminili occupano la scena principale delle raffigurazioni dell’Art Nouveau. Raffigurate spesso nude, con corpi sinuosi e seducenti, diventavano un simbolo mistico insieme agli elementi naturalistici con cui spesso vengono ritratte. Insieme alla natura, la donna diventa simbolo di forza vitale e dinamica, di rigenerazione costante. Natura e donna, un binomio non nuovo per la storia dell’arte che anche nel caso dell’Art Nouveau assume a volte caratteri al limite dell’occultismo e spiritismo. Tanti gli artisti del periodo che ci hanno restituito raffigurazioni di donne, circondate da elementi naturalistici. Klimt, Gaudì, Toulouse-Lautrec e uno fra tutti, Alphonse Mucha.

Alphonse Mucha ha sempre amato l’arte. Fin da piccolo disegna e fa le caricature ai suoi compagni di scuola. Quando cresce, accolto dal conte Karl Khuen of Mikulov, gli commissiona le pitture murali di due castelli. Ma è solo quando Mucha si trasferisce a Parigi che trova la sua vera vocazione. A Montmartre incontra numerosi artisti e si dedica alla fotografia. Da questo momento inizia la vera produzione artistica di Mucha che comprenderà moltissime opere, dipinti, grafiche e manifesti pubblicitari, tutti accumunati dagli elementi caratteristici dell’Art Nouveau. Mucha ritrae giovani donne in abiti dal taglio neoclassico, circondate da motivi floreali che formano cornici geometriche attorno alla loro figura. In particolare, usa linee di contorno molto spesse, mentre le linee interne al soggetto, sono più sottili. Questo, insieme all’uso di un chiaroscuro poco accentuato rende le immagini particolarmente leggere e quasi bidimensionali. Ed è così che nascono anche le tre straordinarie serie di “Primavera“.

“Printemps”, le tre serie

Alphonse Mucha è un artista che si è dedicato con molto alla rappresentazione delle stagioni. In particolare oggi scopriremo insieme le tre raffigurazioni della Primavera che l’artista ha realizzato a distanza di pochi anni. Si tratta di litografie e la prima serie fu realizzata nel 1896. Qui la Primavera, è una fanciulla dai lunghi capelli biondi che veste una larga tunica bianca quasi trasparente. Sembra intenta a suonare un’arpa realizzata con un ramo curvato e con i suoi stessi capelli. È circondata dai fiori e tanti ne porta attorno alla testa. Cinque uccellini ascoltano la sua musica. Dietro di lei si intravede il tronco maestoso di un grande albero. La Primavera esprime così innocenza.

Nella seconda, realizzata solo l’anno dopo, nel 1897, troviamo una Primavera diversa dalla precedente. Meno sognante ma altrettanto leggiadra ed in armonia con la natura che la circonda. Non suona più l’arpa ma guarda verso il basso i fiori dell’unico ramo che spunta dalla terra ancora bianca ed arida e sembra così gioire per il risveglio della natura. Meno colorata della precedente, qui i toni sono ancora freddi. Forse Mucha voleva raffigurare il primissimo momento del passaggio dall’inverno alla primavera, quando la natura è ancora assopita ed inizia timidamente a sbocciare.

La terza serie è del 1900. Le figure femminili raffigurate hanno pose più plastiche e meno sinuose ed in particolare la Primavera è quella che ha la posa più composta. Ha uno sguardo deciso e un atteggiamento seducente che la rende completamente diversa rispetto alle due precedenti, più dolci e dall’atteggiamento più fanciullesco. Non più completamente immersa in una natura rigogliosa, porta in grembo un grande mazzo di fiori di campo dai colori tenui e quasi tutti che virano al rosa/rosso. Il vestito, di un verde tenue, risalta le curve del suo corpo e spicca sullo sfondo dal tono caldo.

Ilaria Festa

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