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Bill Viola a Palazzo Reale, l'apoteosi della video arte

La mostra BILL VIOLA, promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo
Reale e Arthemisia con la collaborazione del Bill Viola Studio e ripercorre l’intera carriera artistica di Viola, presentando al pubblico quindici capolavori all’interno delle sale di Palazzo Reale.

È considerato il maestro indiscusso della video arte: Bill Viola, l’artista che più di tutti ha indagato questa forma espressiva, è in mostra a Palazzo Reale, a Milano, fino al 25 giugno. Una mostra che è un viaggio, elemento imprenscindibile per comprendere a pieno la poetica di Viola: sono proprio i viaggi compiuti con la moglie Kira in giro per il mondo ad avergli ispirato le sperimentazioni che vediamo oggi. Sperimentazioni che partono da lontano, dalla musica elettronica e dagli anni ’70, e che hanno un punto fondamentale nell’incontro con l’arte rinascimentale italiana avvenuto a Firenze: è da questo soggiorno di 18 mesi che Bill Viola trae la linfa artistica necessaria alle sue messe in scena elaborate, teatrali, quasi cinematografiche.

La vita, la morte e il percorso intermedio fra queste due realtà assolute sono un altro elemento fondamentale e riconoscibile nell’arte di Bill Viola: questioni esistenziali che lo spettatore può contemplare nel percorso della mostra di Palazzo Reale, dove le immagini al rallentatore proposte dall’artista possono creare attimi di profonda introspezione

Nella serie di video Passions, che richiamano fortemente il Rinascimento italiano, il rallenty tira fuori dettagli di emozioni umane altrimenti impossibili da vedere. Stessa cosa avviene in Ocean Without a Shore, opera nata a Venezia nella chiesetta sconsacrata di San Gallo che descrive una soglia metaforica del momento di transizione in cui la vita diventa morte.

Bill Viola, le opere della mostra milanese

Tra le altre opere che è possibile vedere nella mostra milanese, l’incontro virtuale tra uomo e donna in The Veiling (1995); il diluvio improvviso e terrificante al centro di The Raft (maggio 2004), installazione che ricorda l’importanza della collaborazione umana per poter sopravvivere a catastrofi naturali o crisi inaspettate; la serie Martyrs (2014) nella coraggiosa lotta di quattro protagonisti nella morsa dei quattro elementi naturali, man manoche riescono ad accettare il loro inevitabile destino.

E ancora il video-dittico di proiezioni su lastre di granito nero Man Searching for Immortality/Woman
Searching for Eternity
(2013) e opere, parte della serie Tristan (2005), che raffigurano l’intensità visiva e
uditiva della trasfigurazione del fuoco e dell’acqua accanto a opere raramente esposte in territorio
italiano come The Quintet of the Silent (2000), permettendo così al grande pubblico di godere di vari
contenuti esclusivi.

Con la sapiente cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio, opere
che coprono trent’anni di lavoro sono esposte attraverso un’accurata selezione di lavori, andando a
definire un evento unico per concedersi la possibilità di riflettere sulla vita, intraprendere il proprio viaggio
interiore e immergersi in un mondo alternativo, del tutto diverso da quello che si è lasciato all’ingresso.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Skira, a cura di Valentino Catricalà e Kira Perov,
che non si presenta solamente come documentazione della mostra, ma vuole rappresentare un vero e
proprio materiale di studio per future generazioni.

Immagini ufficio stampa Arthemisia

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