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Cantine Pellegrino sfiora i 19 mln €. E guarda a Pantelleria

Horeca, ospitalità e Pantelleria. Sono queste, in estrema sintesi, le linee di sviluppo di Cantine Pellegrino 1880, cantina siciliana basata a Marsala. Nel 2022, i ricavi si sono attestati a quota 18,8 milioni di euro, in crescita del 3% sull’anno precedente. L’estero ha generato ricavi per 6,2 milioni, frutto di una crescita di circa il 15% sospinta da Germania, che è il mercato numero uno all’estero, Svizzera e Francia, mercato storico per Pellegrino soprattutto con il Marsala e vino liquoroso. In Asia, invece, si sono distinti la Corea del Sud e il Giappone.

Arrivando in Italia, al ribasso della Gdo ha corrisposto un rimbalzo in Horeca. Quest’ultima ha registrato un aumento del 16% confermando “la strategia orientata a puntare fortemente su questo settore con investimenti che partono dalla vigna, ma riguardano tutte le aree aziendali”, come raccontato a Pambianco Wine&Food da Benedetto Renda, presidente dell’azienda . Nel 2022, tra l’altro, è stato lanciato Rakalià, vino che nasce nell’omonima tenuta di famiglia che, insieme alle altre quattro – Gazzerotta, Rinazzo, Salinaro, Kelbi – contribuisce ai 150 ettari complessivi di vigne che la famiglia Pellegrino dispone nella provincia di Trapani.

Di contro, la grande distribuzione, che genera il 52% del fatturato del Bel Paese, ha riportato un flessione dell’8% imputabile al fatto che il principale prodotto di Pellegrino su questo canale, ovvero il Passito liquoroso di Pantelleria, è stato indisponibile, a causa del calo delle uve raccolte durante la vendemmia, a partire dai primi di dicembre del 2021 e per i mesi successivi, ovvero proprio nel momento in cui il consumo di passito è più alto.

Tra l’altro, proprio quest’isola potrebbe catalizzare i prossimi investimenti dell’azienda che, al momento, per il reperimento delle uve ricorre esclusivamente ai suoi 350 conferitori che, da 300 ettari di terreno, possono fornire 15-30 mila quintali di uva. “Negli ultimi anni – prosegue il presidente – il tema del passaggio generazionale sta diventando ‘scottante’ e sempre meno giovani a Pantelleria decidono di dedicarsi all’agricoltura dell’alberello Pantesco, che per via delle condizioni difficili che l’Isola impone, è definita ‘eroica’. Questo ha una serie di ricadute a 360°, tra cui l’aumento del rischio incendi, per via del maggior numero di terreni ‘incolti’, e il rischio di perdita di un pezzo di patrimonio di conoscenze agricole. Anche per questo, quindi, Pellegrino sta valutando l’acquisto di terreni propri e un grande investimento su Pantelleria, senza però abbandonare il ruolo di ‘azienda hub e punto di riferimento per gli agricoltori’ dell’isola”.

Al vino si affianca la divisione ospitalità che, pur rappresentando una quota ancora molto piccola del fatturato – circa 511mila euro, pari al 2,8% del giro d’affari – è destinata a crescere. Pellegrino ha infatti fortemente investito in questo comparto, prima con l’apertura di Ouverture nel 2016 (per degustare i vini, acquistarli, fare aperitivi e light lunch), e poi con il restyling dell’enoteca di Pantelleria che ha comportato un ampliamento e un rinnovamento degli interni.

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