Anche se nasce ufficialmente nel 1847 come atelier e la sua storia commerciale si sviluppa in varie ubicazioni, la maison Cartier vede la luce a partire dall’apertura in Rue de la Paix, nel 1899. È qui che vengono prese le decisioni importanti dello marchio di Alta Gioielleria, è qui che affluisce la clientela proveniente da ogni parte del globo, ed è da qui che viene pilotata l’espansione internazionale del business, da Londra nel 1902, a New York nel 1909…
Il salone Jean Cocteau, tutto nei toni del blu scuro, ideato dallo studio Moinard Bétaille.Jerome Galland
«Non sono solo muri, uno spazio commerciale legato all’attività internazionale, Rue de la Paix è anche la culla dell’identità della maison Cartier», dice Pierre Rainero, direttore patrimonio, immagine e stile di Cartier Haute-Joaillerie. Il nuovo edificio su cui si alza il velo non appartiene ad alcun periodo ma li abbraccia e li rispetta tutti, non privilegia alcuno stile ma al tempo stesso li celebra tutti. Tre team di architetti hanno preso in carico il progetto e hanno interamente ripensato, ridisegnato e riarredato la boutique.
La trasformazione è spettacolare, il cambiamento radicale. Il pavimento in marmo a mosaico è ispirato ai portacipria di Cartier mentre il soffitto, festonato da un raggio di sole ambrato, ne riproduce l’interno, dorato sui lati. Lo sguardo va verso i saloni Louis Cartier e Jean Cocteau, e una grande scala con pannelli e cassettoni conduce al piano superiore. Lo studio Moinard Bétaille, responsabile degli spazi di vendita al piano terra e dei due primi piani, ha soppresso le pareti divisorie e il chiarore, che proviene da un atrio di nuova creazione, ci attira.
L’atrio della boutique Cartier di Rue de la Paix a Parigi, con la facciata scolpita a motivi di glicini ispirati alla collezione Tutti Frutti di Cartier.Jerome Galland
La facciata in pietra è un giardino scolpito, una cascata di glicini che ricorda la collezione Tutti Frutti e la natura, fonte di ispirazione per Cartier. «Nel salone Louis Cartier abbiamo applicato sulle boiserie in castagno una polvere leggermente iridata», spiega Bruno Moinard, a capo dello studio. Il salone Jean Cocteau, blu scuro, ha il soffitto-affresco riflesso sul tappeto e racchiude tesori nascosti del patrimonio di Cartier. Al piano della gioielleria, il salone Jeanne Toussaint declina tonalità dorate e trasmette la sua luce solare ai saloni Smeraldo e Rubino, mentre i saloni Fauna e Flora, Art Déco, India e Ispirazione immergono nelle influenze di Cartier e nei periodi chiave del suo stile.
Dettaglio della decorazione floreale firmata da Laura Gonzalez.Jerome Galland
Al terzo piano, i servizi di personalizzazione si trovano in un luogo addolcito da un grande affresco con un mosaico di metallo, smalto craquelé e paglia intarsiata. «Fiori, bestiario, geometria, ori, pietre… ci appropriamo dei codici Cartier attraverso le sue icone, i suoi emblemi», precisano Laurène Barbier Tardrew e Romain Jourdan di Studioparisien. Al quinto piano gli Archivi, il giardino d’inverno e la Residenza, uno spazio esclusivo come un appartamento, luogo di vita, di ricevimento e di eventi curato da Laura Gonzalez che ne ha rivestito le pareti con un grande affresco. «È un giardino sospeso in un cielo primaverile, gli uccelli e gli animali di Cartier si muovono tra gli alberi in una magia poetica», dice la progettista. Davanti a un paravento con una zebra e dei pavoni, un tavolo in marmo intarsiato mette in scena i pesci dei gioielli Rivière. Si è trasportati altrove, tra i tetti di Parigi, la giungla e decori che delineano con piccoli tocchi la storia e l’universo della maison, tradotti da ogni architetto in modo audace. E molto Cartier.
Nella Residenza al quinto piano, la progettista ha inserito un paravento con una zebra e dei pavoni, e un tavolo di marmo intarsiato che mette in scena i pesci dei gioielli Rivière.Jerome Galland