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Dalle frequenze cardiache alla fanbase indonesiana: dove la tecnologia incontra (e aiuta) lo sport

Da una parte gli atleti, che hanno costantemente bisogno di essere monitorati per migliorare le proprie performance. Dall’altro i tifosi, sparsi per il mondo, affamati di contenuti che alimentino di continuo la loro passione. Come due strade che, viaggiando parallele, conducono alla stessa meta: maggior prestigio per il brand, quindi – lato economico – più possibilità di monetizzare. Ecco perché oggi, nello sport, la tecnologia è da considerarsi un elemento imprescindibile.

«Fa parte dei progetti di base, ad ora non puoi pensare di non avere a bordo un’infrastruttura all’avanguardia», ci rivela Lara Rondini, Global Sponsorships & Activation Director di Lenovo, che ormai da diversi anni è al fianco di alcune grandi realtà dello sport, come Inter, Ducati e F1. «Lavoriamo fianco a fianco, studiando soluzioni tecnologiche facili da utilizzare che rispondano prontamente alle esigenze. Penso al lavoro da remoto, per esempio, che è sempre più essenziale».

La tecnologia, quindi, è come se avesse un doppio binario: va sia verso l’interno, aiutando il team a raccogliere e analizzare dati fondamentali per la crescita delle prestazioni, che verso l’esterno, creando e veicolando contenuti di vario genere che trovano nella community il fruitore finale. «Abbiamo scoperto di avere una fanbase in Cile molto importante», ci ha raccontato Roberto Monzani, direttore della Media House dell’Inter. «Ne abbiamo un’altra molto attiva in Indonesia».

Dalla frequenza cardiaca, quindi, alle ricondivisioni social. «Nel momento in cui lo sport ha iniziato ad evolversi in termini di performance e, parallelamente, gli utenti hanno iniziato a farsi sentire in termini di richiesta di informazioni, la tecnologia ha dovuto rispondere», ha aggiunto Lara Rondini. Mettere giù una timeline di questo intreccio sempre più stretto è pressoché impossibile, di sicuro però negli ultimi vent’anni c’è stato un boom che ha persino ribaltato alcune abitudini.

Fino a poco tempo fa, infatti, quando un calciatore si levava la maglia da gioco rimaneva a torso nudo, o quasi: adesso invece praticamente tutti indossano a mo’ di pettorina un dispositivo wearable che misura il battito del cuore, la distanza percorsa, i movimenti e tanti altri parametri. Allo stesso modo, lato tifosi, l’accesso alla squadra era consentito solo in prossimità delle partite, live o in tv: con i social, invece, il rapporto è diventato costante, passa anche da allenamenti ed eventi vari. 

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