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Default Silicon Valley Bank, quali sono i rischi per tech e crypto

Ecco rischi e ripercussioni su politica monetaria e mercati dopo il crollo di Silicon Valley Bank. L’analisi di David Dowsett, Global Head of Investments di GAM Investments

È impressionante realizzare che Silicon Valley Bank (SVB) abbia subito le conseguenze di trovarsi al centro delle tre più grandi bolle scoppiate nel 2022:

  1. Obbligazioni – le svalutazioni del portafoglio obbligazionario di SVB hanno causato il ritiro dei depositi.
  2. Azioni tecnologiche – nel 2022 i prezzi delle azioni del settore tecnologico hanno subito un forte ribasso l’anno scorso e, poiché il settore è stato sottoposto a una pressione crescente, i suoi requisiti di liquidità sono aumentati, esercitando una maggiore pressione su SVB.
  3. Crypto – molte stable coin detenevano depositi presso SVB.

Qual è il rischio di contagio in ciascuno di questi settori?

Obbligazioni

La questione chiave è: quali istituti hanno correttamente valutato a mercato le loro obbligazioni e quali detengono obbligazioni che potrebbero accusare ulteriori perdite nel caso in cui si dovessero registrare deflussi di depositi a causa dell’incertezza su SVB? Le banche regionali statunitensi, più che quelle tradizionali, saranno probabilmente il segmento maggiormente sotto pressione. Ieri abbiamo assistito alla flessione di First Republic Bank, dopo il calo di Signature Bank nel fine settimana. Le stime parlano di una perdita mark-to-market di 600 miliardi di dollari sulle obbligazioni statunitensi a seguito di tutto ciò che è accaduto nel 2022. Si è adeguatamente tenuto conto di questo aspetto? Ci sono altre aree a livello globale in cui si sono registrate ingenti perdite sui titoli obbligazionari a seguito degli eventi del 2022, come le compagnie assicurative asiatiche, ma essenzialmente non stanno subendo lo stesso grado di pressione a breve termine.

Tecnologia

Il fabbisogno di liquidità che SVB ha fornito al settore tecnologico era molto elevato ed è per questo che abbiamo assistito ad azioni come l’acquisto da parte di HSBC dell’entità britannica di SVB. Si dice che Roku abbia 500 milioni di dollari di depositi non assicurati presso SVB. Per molte aziende tecnologiche, la difficoltà a pagare gli stipendi a breve termine è reale e non è ancora chiaro come si evolverà la situazione.

Cripto

Probabilmente il settore è già imploso e quindi non dovrebbe esserci un eccessivo rischio di contagio. Detto questo, Signature Bank, che ha dovuto chiudere nel fine settimana, era esposta alle criptovalute.

Questi sono i tre aspetti del potenziale contagio che dobbiamo tenere sotto controllo e che mi aspetto si faranno sentire nel settore delle banche regionali negli Stati Uniti, piuttosto che diventare un problema sistemico.

Mi aspetto che si tratti di un evento in gran parte idiosincratico, dato che SVB era esposta a ciascuno dei settori sopra citati praticamente come nessun’altra banca. Ma le crisi bancarie hanno l’abitudine di iniziare da una banca e di estendersi ad altre. Alcuni hanno fatto il parallelo con Continental Illinois, fallita negli anni Ottanta. Si trattava del fallimento di una grande banca statunitense innescato da una banca molto più piccola. Bisogna quindi fare molta attenzione.

Intervento sensato a breve termine delle autorità statunitensi

Per quanto riguarda le misure introdotte dalle autorità statunitensi, ritengo che siano ragionevoli nel breve termine. Hanno garantito che i correntisti riavranno i loro soldi da SVB, il che è importante per evitare il ritiro dei depositi anche da altri istituti. C’è però il rischio che si crei un precedente se la crisi si diffonde e, legalmente, le autorità non possono garantire tutti i depositi.

Anche il Bank Term Funding Program (BTFP), introdotto domenica dalla Federal Reserve (Fed) per consentire alle banche di concedere o ottenere prestiti dalla Fed nei termini di una discount window e di ottenere il rimborso delle garanzie fino a un anno, è una buona mossa a breve termine per evitare che le banche debbano subire perdite mark-to-market sulle obbligazioni, fornendo al contempo una certa garanzia di liquidità.

Movimenti di mercato molto ampi

I movimenti di mercato conseguenti a questi eventi sono stati molto ampi. Mercoledì (8 marzo), il rendimento delle obbligazioni a due anni negli Stati Uniti era pari a 5,07% e ieri era pari a 4,31%, con un calo di 70 punti base (pb) in due giorni. Il decennale è sceso di 40 pb. In Europa, il rendimento del bund a due anni è sceso di 50 pb e quello del decennale di 40 pb.

Inoltre, la scorsa settimana, l’S&P 500 è sceso del 4,5%, il KBW (che è l’indice delle banche) del 16%, Bank of America dell’11%, JP Morgan del 7%, Citigroup del 7% e l’indice high yield statunitense si è allargato di 65 pb, movimenti davvero drastici nell’arco di due giorni. Si tratta di un evento grave, con implicazioni molto importanti che devono essere analizzate.

Dunque la Fed ha finito con i rialzi dei tassi di interesse?

I bond a due anni suggeriscono che la Fed possa non aumentare ulteriormente i tassi, ma non mi sbilancerei a questo riguardo. È improbabile che la Fed voglia smettere di alzare i tassi di interesse visti i dati economici relativamente solidi. È chiaro, tuttavia, che se altri istituti dovessero crollare, in quel momento la Fed smetterà di alzare i tassi. Non è possibile che una banca centrale aumenti i tassi di interesse mentre diverse istituzioni finanziarie stanno fallendo.

Venerdì, gli ultimi dati sulle buste paga sono stati più solidi del previsto, con 311.000 nuovi posti di lavoro, anche se la disoccupazione è aumentata e la retribuzione oraria media è risultata un po’ più debole. Quindi, nel complesso, si tratta di un dato dovish.

Giovedì si terrà la riunione della Banca Centrale Europea (BCE), che si è dimostrata piuttosto aggressiva. In passato, la BCE ha dimostrato di essere dogmatica di fronte a notizie mutevoli. Ciò ha causato problemi a metà 2008, quando ha aumentato i tassi mentre la situazione delle banche negli Stati Uniti si stava deteriorando.

In sintesi, non credo che il crollo di SVB sia sistemico. All’inizio dell’anno abbiamo parlato di un quadro di generale stabilizzazione, in cui potrebbero verificarsi ulteriori eventi episodici e di breve durata. Credo che questo sia uno di questi, piuttosto che un evento che fa deragliare le prospettive di mercato per l’anno in corso e che ci costringe a riconsiderare tutto. Detto questo, è chiaro che i prossimi giorni saranno cruciali.

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