Dietro c’è la città, davanti il mare. La vista è mutevole in questo appartamento a Miami Beach progettato all’ultimo piano di un edificio realizzato dallo studio internazionale Arquitectonica. «L’appartamento è situato in riva al mare con una vista meravigliosa sia sull’oceano che sul centro urbano di Miami. La luce e il panorama sono gli elementi che hanno disegnato lo spazio, le pareti sono sembrate quasi un intralcio nel processo creativo. Abbiamo giocato con le prospettive ed il continuo inserimento di giochi tra luce e ombra», racconta Sabrina MacLean, principal dello studio di interior design Hino con sede a Miami. Per questo progetto residenziale l’interior designer ha collaborato fianco a fianco con l’architetto italiano Antonio Sullo, responsabile di tutta la parte di falegnameria della residenza.
In questa residenza ha prediletto il legno. Quali sono state le sue ispirazioni e i suoi obiettivi?
«Il legno ci riporta alla terra, il suo odore, colore, trama, ha un effetto calmante per chi vive una vita frenetica. Abbiamo bisogno di qualcosa che ci riavvicini alla terra e noi cerchiamo nei nostri progetti di inserire molti elementi realizzati in materiali naturali. Senza tralasciare la nostra decennale attenzione alla sostenibilità dei materiali che utilizziamo» .
La cosa che più le è piaciuta di questo progetto a Miami Beach.
«Avere carta bianca ci ha messo nelle condizioni di poter ragionare in maniera più ampia raggiungendo obiettivi che altrimenti ci sarebbero stati preclusi. Basti pensare alla separazione della zona living con la sala da pranzo, realizzata con un elemento a stecche di metallo rivestite in legno che al tocco imita le movenze e i suoni di un’arpa e che termina nel bar-scrigno. Oppure alla scrivania a forma di esagono schiacciato che ruota per godere sempre della vista migliore, o ancora il micro-ufficio nella zona cucina/family room che sparisce in un gioco tra vetro lavorato e legno».
Cosa tiene sempre a mente quando progetta una casa per le vacanze?
«La casa-vacanze è un luogo di svago e spensieratezza. A mio avviso meglio avere elementi di “leggerezza e gioco”. È importante liberarsi da schemi di abitazione classica e ripensare i luoghi in virtù della sua essenza temporanea».
Quali sono state le sfide principali?
«Le maggiori sfide derivano dalla tipologia di appartamenti che somigliano alle abitazioni delle città storiche italiane. Si tratta di appartamenti stretti e lunghi con affacci solo alle due estremità. Questa configurazione sviluppa nella zona con la vista sull’oceano la parte living e la camera da letto. Creare spazi che avessero la propria identità è stata la vera sfida e speriamo che il nostro approccio in “punta di piedi” abbia raggiunto il risultato sperato» .
In che modo la sua estetica si riflette nel design della casa?
«Il progetto di Miami Beach ha evidenti riferimenti al design italiano degli anni ’50 usati in un linguaggio contemporaneo. Sono facilmente identificabili sin dall’ingresso con la pavimentazione in elementi triangolari policromi e la porta in legno cannettato con oblò. Il mio recente debole per l’architettura ed il design di Gio Ponti, Carlo Scarpa, Carlo Mollino, solo per citarne alcuni, ha dettato silenziosamente le linee del progetto».
Come avete collaborato con i proprietari dell’appartamento?
«C’è stata fin da subito una speciale “liaison” con i nostri clienti, che già conoscevamo per un progetto di scala minore realizzato con loro qualche anno fa. Ciò ha indubbiamente facilitato la relazione anche se non ci aspettavamo minimamente di avere ‘carta bianca’ su questo progetto. La collaborazione tra le parti è stata vivace e propositiva, con un crescendo soprattutto nelle fasi finali della realizzazione. Questa crediamo sia la vera chiave di successo del progetto».
Un’immagine o una poesia che rispecchi questa casa.