Fedez racconta tutto riguardo la strage di Corinaldo. Il rapper è stato chiamato a testimoniare nell’udienza del processo bis sulla strage al ‘Lanterna Azzurra Clubbing’ di Corinaldo dove, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, morirono una giovane mamma e cinque adolescenti.
Sul caso ha detto: “Devo dire onestamente che ho fatto così tante date che non ho un ricordo nitido che possa essere utile alla corte. Penso di essere abbastanza tranquillo nell’asserire che fosse stata una data tranquilla, perché ho avuto esperienze di date gestite male e quella della ‘Lanterna’ non rientra tra quelle critiche. No, non mi è mai capitato nella mia vita artistica che sia stato spruzzato spray al peperoncino“.
Una moda
“Faccio una mia piccola valutazione perché credo che questo sia collegato ad una certa tipologia di artisti e a una certa tipologia temporale. Tanto tempo fa non c’era la moda dello spray al peperoncino ma anche quando esplose questa malsana usanza, comunque sia, in nessun tipo di mio concerto è stato usato, ma vedevo che altre tipologie di artisti venivano coinvolti, artisti trap. Gli eventi dello spray al peperoncino sono concomitanti con l’esplosione del genere trap“.
Parte del locale
“Sicuramente dalla parte del locale ci doveva essere certezza e contezza di quanti biglietti fossero stati venduti. Trovo surreale, strano, che non ci fosse anche dall’altra parte. Prima dell’arrivo dell’artista qualcuno che fa le veci del management va comunque a controllare la situazione all’interno del locale“.
Scenario peggiore
“Lo scenario peggiore (quello della fuga disperata dal locale prima e della morte dei sei spettatori poi, ndr) si poteva prevedere sul fatto che c’era un cachet molto alto, un prezzo molto basso dei biglietti ma soprattutto la capienza limitata del locale“.