Il Consiglio di Stato, l’organo di secondo grado della giustizia amministrativa italiana, ha dichiarato illegittima la proroga fino alla fine del 2024 delle concessioni pubbliche agli stabilimenti balneari, decisa dal governo nel cosiddetto decreto “Milleproroghe”. Già con una sentenza del novembre del 2021 il Consiglio di Stato aveva imposto che le attuali concessioni balneari terminassero in qualsiasi caso il 31 dicembre del 2023, ma il governo di Giorgia Meloni aveva deciso di prorogarle ugualmente di un altro anno.

La sentenza del Consiglio di Stato interviene su un ricorso presentato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) contro il comune di Manduria, in provincia di Taranto, che aveva prorogato fino al 2033 tutte le concessioni demaniali marittime. La sentenza però riguarda più in generale tutte le proroghe delle concessioni balneari, quindi anche quelle contenuta nel decreto “Milleproroghe”. Nella sentenza si legge che la proroga automatica delle concessioni balneari è in contrasto con le leggi europee e va «disapplicata da qualunque organo dello Stato».

Della proroga delle concessioni in Italia si discute da molti anni: le concessioni vengono infatti prorogate quasi automaticamente da decenni agli stessi proprietari, peraltro con affitti molto bassi. Le spiagge però sono beni di proprietà statale, e come tali dovrebbero essere assegnate attraverso gare pubbliche periodiche, con regole equilibrate e pubblicità internazionale. Per questo nel 2020 la Commissione Europea aveva avviato una procedura di infrazione contro l’Italia perché non era ancora intervenuta sulle concessioni e non aveva bandito una gara pubblica per la loro assegnazione.

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(GIUSEPPE GIGLIA/ANSA)