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Il glicine di via Ferrante Aporti adottato dal quartiere: storia di un amore e di una potatura collettiva

Anche quest’anno la potatura del glicine di via Ferrante Aporti a Milano è stata un evento per il quartiere. C’erano i bambini di terza elementare del comprensivo Ciresola, i fratelli Bellarosa – i giardinieri che da sempre curano gratuitamente il glicine – e i volontari di Legambiente e del Gruppo Fas, Ferrante Aporti Sammartini, l’associazione che da anni si impegna per la valorizzazione dell’area attorno ai Magazzini Raccordati. Del resto il rampicante, cresciuto all’altezza dei civici 77 e 79, è stato ufficialmente adottato dal quartiere nel 2017.

“C’è molta attenzione attorno al glicine. Tutte le operazioni di supporto sono state svolte da volontari e fin dai giorni scorsi, quando abbiamo posizionato i cartelli per il divieto di sosta, i cittadini hanno chiesto cosa avremmo fatto, preoccupandosi per la loro pianta” spiega Franco Beccari di Legambiente, che ha spiegato ai bambini la funzione della potatura, che ha portato a raccogliere 23 sacchi di ramaglie ritirati nel pomeriggio da Amsa.

Quella del glicine di via Aporti è una storia di amore e perseveranzaUmberto Montanelli, che gestiva un’olieria in uno dei Magazzini Raccordati – gli spazi posti sotto gli attuali binari della stazione Centrale, progettati per essere riforniti dai treni sul retro -, lo piantò negli anni 60, in occasione del suo matrimonio con Valeria Bussetti, che oggi, dopo la scomparsa del marito, continua a guardare la pianta dalla finestra del loro appartamento, affacciato proprio su via Aporti. 

Nel tempo la zona è profondamente cambiata: i Magazzini Raccordati si sono svuotati e alcuni versano in stato di abbandono, sebbene siano in atto diversi progetti per il loro recupero. E anche il glicine è stato in pericolo: lo hanno salvato i cittadini e Legambiente, che hanno provveduto a staccarlo correttamente dalla parete durante le operazioni di riqualifica dell’esterno dei Magazzini e nel 2017 lo hanno adottato. 

Oggi la pianta è il simbolo del quartiere. I bambini, che ogni anno assistono alla potatuta, hanno portato a scuola parte del materiale eliminato: lo cureranno e lo osserveranno crescere in classe in piccoli vasetti. E la storia si arricchisce sempre di nuovi passaggi. In un libro realizzato di recente dalla Fondazione Asilo Mariuccia si racconta la vicenda del glicine, che diventa una fiaba. “Tra i rami intricati era rimasta intrappolata una bottiglia di plastica – racconta la maestra Carmen agli studenti – Il glicine riuscì a farla cadere proprio nel momento in cui passava di lì un bambino, che la raccolse e la riciclò nel modo corretto”.

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