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Inchiesta Covid Bergamo, Ranieri Guerra, ex numero due dell

“Ma fare tamponi a tutti adesso è la caz… del secolo”. Così il 15 marzo 2020, in pieno lockdown, Ranieri Guerra, allora numero due dell’Oms, commentava via WhatsApp con Silvio Berusaferro, presidente dell’Iss, la situazione della pandemia. Guerra aveva chiesto a Brusaferro se fosse vera la decisione “di fare tamponi a tutti a tappeto“.

Nella chat, agli atti dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid in Val Seriana, Brusaferro rispondeva a Guerra: “No, è che ognuno va per conto suo”. E il direttore vicario dell’Oms rassicurava: “Ho parlato con Galli, poi, e gli ho detto di desistere dal proporre scemenze come tamponi per tutti… ha convenuto, spero…”.

Il 24 febbraio 2020 “il Cts evidenziava che in assenza di sintomi il test era ingiustificato” parlando del rischio di “una ‘sovrastima del fenomeno sul Paese'”. Una indicazione che “avrà gravi conseguenze invece per comprendere cosa stava realmente accadendo”, perché il “conteggio dei casi asintomatici” avrebbe dato “informazioni cruciali sull’entità della diffusione” del Covid. Lo scrive Andrea Crisanti nella relazione per i pm di Bergamo. Consulenza dove riporta una mail su questo tema del 24 febbraio, inviata da un professore dell’Imperial College di Londra e arrivata a membri del Cts, che non fu presa “in debita considerazione“.

La relazione Crisanti svela i retroscena delle decisioni prese dai vertici del Governo all’insorgere ella pandemia

Andrea Crisanti, nella relazione di ottanta pagine redatta per i pm di Bergamo, riportava diverse informazioni che, lette oggi, svelano i retroscena della gestione Covid aqi vertici del Governo nei primi giorni dell’insorgere della pandemia. In questa consulenza, ad esempio, è riportata una una mail del 24 febbraio, inviata da un professore dell’Imperial College di Londra e arrivata a membri del Cts, che non fu presa “in debita considerazione“. “Il Cts – c’era scritto  – evidenziava che in assenza di sintomi il test era ingiustificato” parlando del rischio di “una ‘sovrastima del fenomeno sul Paese'”. Una indicazione che “avrà gravi conseguenze invece per comprendere cosa stava realmente accadendo”, perché il “conteggio dei casi asintomatici” avrebbe dato “informazioni cruciali sull’entità della diffusione” del Covid.

Crisanti: “Penso che avere un eccesso di seimila morti sia un disastro”

“Ci sono stati tantissimi disastri al mondo e questo non significa che non bisogna studiarli, quindi dire siamo tutti assolti e va tutto bene, significa aprire la strada per riproporre una situazione di impreparazione. Non è che se c’è un disastro non si devono indagare le cause, io penso come i parenti delle vittime che avere un eccesso di 6mila morti è un disastro”. Lo afferma ancora Crisanti ospite di ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3. Il riferimento numerico è al numero di morti registrato nella provincia di Bergamo nella primavera del 2020, quando il virus ha colpito in particolare la Val Seriana. Proprio dagli esposti dei familiari delle vittime è nata l’inchiesta della procura orobica. “Chiudere gli occhi a un disastro – ha sottolineato a Mezz’ora in più – significa aprire la strada a un altro disastro”.

Il legale di Fontana: “La procura diffidi il suo consulente Crisanti dal parlare in tv”

Le parole di Crisanti in tv sono state poi contestate dagli avvocati di Fontana. “Le difese sono esterrefatte constatando che Crisanti consulente del pm, che si auto definisce perito, compaia quotidianamente in tv  ribadendo le sue teorie accusatorie e sostenendo la doverosità dell’iniziativa giudiziaria” ha sottolineato Jacopo Pensa che assieme a Federico Papa difende il presidente della Lombardia. “L’apparente contraddittorio con il professor Bassetti era asimmetrico perchè quest’ultimo in collegamento esterno, ciò conferisce significato meno pesante alla persona. La procura di Bergamo ha il dovere di diffidare il proprio consulente da tali insistenti apparizioni”.

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