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Inter, caos con Digitalbits: perché lo sponsor non sta pagando?

A poco più di due mesi dalla conclusione della stagione in corso, quello dell’Inter di Simone Inzaghi si sta rivelando un anno ben più complicato di quanto ci si potesse attendere alla vigilia. I tanti punti persi in campionato nelle partite disputate contro le squadre meno blasonate – con il Napoli di Luciano Spalletti che nel frattempo ha accumulato un vantaggio in classifica che ad oggi pare irrecuperabile – hanno fatto andare su tutte le furie i tifosi della Beneamata. Non è bastata la vittoria nel derby contro il Milan nella finale di Supercoppa italiana: già da alcune settimane i supporter nerazzurri stanno manifestando tutto il proprio dissenso, sia nella loro presenza allo stadio che nei commenti rilasciati sulle pagine social della società.

E così, mentre il centravanti che tutti attendevano – quel Romelu Lukaku riaccolto a braccia aperte dopo la sfortunata parentesi con il Chelsea – ha trascorso buona parte delle partite in tribuna per diversi problemi fisici, i suoi compagni schierati in campo non sono stati capaci di sfoderare prestazioni all’altezza. Ora, abbandonata ogni ambizione scudetto, l’obiettivo principale nel mirino rimane il cammino in Champions League, a cominciare dal match di ritorno degli ottavi di finale contro il Porto in programma per martedì 14 marzo (mentre le sfide di Milan e Napoli rispettivamente contro Tottenham e Eintracht Francoforte saranno visibili in esclusiva solo su Amazon Prime).

Inter, nuova grana in arrivo: perché DigitalBits non sta rispettando gli accordi

Nel frattempo, un’altra grana di enormi dimensioni è arrivata sulla scrivania della proprietà cinese Suning capitanata dal giovane presidente Stevan Zhang. Un problema prima di tutto di natura fiscale, ma che in queste ore sta causando un danno non indifferente alla squadra anche a livello di immagine.

La protagonista principale della vicenda è la multinazionale DigitalBits: stiamo parlando di una piattaforma di blockchain che permette ai propri clienti di creare dei token di quote societarie, asset manageriali o titoli finanziari – come se fossero dei documenti certificati e utilizzati come metodo di pagamento virtuale – e immetterli sul mercato delle criptovalute (per i poco esperti del settori, consigliamo di dare una letta rapida alla nostra guida)

Inter, quanto vale il buco economico lasciato da DigitalBits

Quando il club milanese – all’inizio della scorsa stagione – ricevette l’offerta tramite cui DigitalBits si proponeva di diventare lo sponsor principale, la quasi totalità del Consiglio di amministrazione e dei dirigenti coinvolti si era espressa a favore di un accordo. La solidità (e, si presumeva, anche la correttezza) di un soggetto ritenuto solido e in forte crescita aveva sedotto tutti dalle parti di Appiano Gentile. E così, già dallo scorso campionato, il nome della multinazionale di blockchain è iniziato a comparire sulle maniche dei calciatori dell’Inter, per poi transitare in pieno petto a partire dallo scorso agosto.

Ebbene, oggi si scopre che nemmeno uno degli 85 milioni di euro promessi per i quattro anni di durata della collaborazione è stato versato nelle casse del club. La prima rata di pagamento non è mai stata saldata e anche della seconda (originariamente in programma per l’anno corrente) al momento non c’è traccia.

In queste ore la società ha deciso di mantenere la dicitura sulle proprie maglie per dimostrare di adempiere fino in fondo agli accordi stipulati: un atto di correttezza che potrà essere esibito in sede legale, dove Suning ha deciso di approdare per risolvere la vicenda. Nel frattempo però rimane da risolvere il problema del main sponsor, con dirigenti e consiglieri impegnati a trovarne uno di livello internazionale (questa volta onesto) da cui ricominciare per il prossimo campionato.

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