La Filetteria Italiana cresce e punta a espandersi, in Italia e all’estero. Il format lanciato a Milano da Edoardo Maggiori, e che attualmente conta sei ristoranti in città, ha chiuso il 2022 a quota 7,8 milioni di fatturato, frutto di una crescita del 253% in tre anni e in aumento sui 5,5 milioni del 2021, quando l’azienda aveva registrato un ebitda di oltre il 9 per cento.
Il concept, che propone 17 varianti di filetto, tra cui zebra e canguro, punta ora a espandersi anche in altre città italiane – per esempio Roma, Torino, Varese e Como – ed estere aprendo 10 nuovi ristoranti nell’arco dei prossimi due anni.
L’espansione sarà foraggiata dalla campagna di crowdfunding lanciata sulla piattaforma Crowdfundme, il cui obiettivo minimo di raccolta è di 500mila euro e il massimo di 1,5 milioni di euro. Tramite questa operazione, La Filetteria Italiana conta anche di sviluppare un sistema di intelligenza artificiale chiamato Kitchen Robot che consenta di massimizzare la qualità e azzerare gli sprechi.
Non solo, una parte del ricavato della raccolta verrà anche utilizzato nello sviluppo di un Crm per ottimizzare la gestione dei processi di acquisto, selezione e vendita, semplificare i processi di prenotazione e migliorare la redditività.
Maggiori, founder e azionista di maggioranza della società di consulenza Sun Tzu Consulting, possiede 18 ristoranti tra Milano e Bologna suddivisi tra i brand La Filetteria Italiana; Magnaki, l’uramakeria di carne; El Takomaki, catena di mexican sushi acquisita lo scorso gennaio; il cocktail bar Godot; e il ristorante per eventi Buccaneers. L’obiettivo di Sun Tzu è quello di sviluppare i vari brand con aperture (a gestione diretta, con partnership locali o in forma di franchising) prima in Italia e a seguire anche all’estero in città come Londra, Dubai, Parigi, Monaco, Praga, Budapest e Stoccolma.
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