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La ragazza ferita con le forbici a Mantova sottoposta a un intervento di 8 ore: “Aggredita per invidia”

Ha subito un intervento chirurgico di otto ore la tredicenne aggredita da due coetanee sabato scorso a Castelbelforte, in provincia di Mantova. La ragazzina è stata picchiata e colpita con un paio di forbici da due compagne di classe. Uno dei fendenti ha reciso i tendini del polso della vittima, presumibilmente mentre cercava di difendersi. La giovane ha perso molto sangue ed è rimasta ferita alla testa, in viso, alle braccia. Per la mano è stata necessaria una lunga e delicata operazione, eseguita dai medici dell’ospedale di Borgo Taro. “Non è in pericolo di vita ma avrà bisogno di tempo per ristabilirsi”, racconta il sindaco del paese, Massimiliano Gazzani, sempre in contatto con la famiglia: “I genitori sono sotto choc”.

Sui motivi, se così si possono definire, chi segue da vicino la vicenda propende per un mix di fattori. Il principale riguarderebbe una sorta di “invidia” nei confronti della vittima, molto brava a scuola, lodata dagli insegnanti, un esempio in classe. Un possibile movente “che fa venire ancora più rabbia”, ragiona il sindaco. Un’altra pista riguarderebbe delle simpatie in comune tra le tredicenni per un ragazzino.

Nella scuola media frequentata da tutte e tre, già oggi è andato lo psicologo. Non solo nella classe delle tredicenni, ma in tutto l’istituto, che ospita ogni giorno poco meno di un centinaio di alunni. Gli incontri sono previsti anche domani e si presume continueranno per un po’. Anche nei confronti delle autrici dell’agguato nel parco – che poteva trasformarsi in tragedia se non fosse stato per una sessantenne che le ha messe in fuga – si valuta un intervento psicologico attivando i servizi comunali che si occupano di tutela dei minori quando ci sono episodi di disagio.

Anche se le autrici hanno meno di 14 anni e non sono imputabili, non si può escludere una richiesta di intervento da parte della giustizia minorile (sul caso è competente Brescia). In casi come questo è necessario prima di tutto valutare la “pericolosità sociale” delle protagoniste dell’aggressione. Almeno in teoria, non si possono escludere misure di sicurezza, che hanno criteri molto stringenti per la loro esecuzione.

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