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La truffa del bollo auto: come facevano a non pagarlo

Redazione 10 marzo 2023 07:55

La chiamano “truffa del trapasso”. Quindici persone sono indagate dalla guardia di finanza di Varese per compravendite irregolari di auto. Secondo le accuse, non hanno versato bollo auto e imposte di trascrizione per 240mila euro, sfruttando una scorciatoia che permetteva di risparmiare sulle imposte di “trapasso” dell’auto e sul bollo, attraverso una triangolazione che faceva figurare il veicolo passato di proprietà non dal proprietario a un privato, ma a soggetti con partita Iva che commercializzano auto, così da saltare i passaggi intermedi e “risparmiare” su tasse e imposte.

Le auto intestate a falsi commercianti per non pagare il bollo e l’imposta di trascrizione

In sostanza, il mancato pagamento delle tasse e imposte provinciali di trascrizione (Ipt) era possibile perché le auto venivano intestate in maniera fittizia a prestanome con partita Iva relativa al commercio di veicoli, che quindi possono sfruttare le agevolazioni previste dal “decreto Dini” (decreto legislativo 446/97). La guardia di finanza ha cancellato dal pubblico registro 370 veicoli intestati a ditte fittizie, e utilizzati per commettere reati che vanno dalla truffa aggravata alla falsità ideologica di pubblico ufficiale al favoreggiamento personale.

Tra i denunciati, anche la titolare di un’agenzia di pratiche auto che, sempre secondo le accuse, ha registrato vari acquisti e passaggi di proprietà delle auto ai prestanome, consentendo così ai reali possessori delle auto di ottenere vari vantaggi, come quello di utilizzare l’auto “in anonimato”, anche per commettere reati e per non pagare pedaggi in autostrada, multe e sanzioni. In alcuni casi anche per muoversi senza l’assicurazione obbligatoria.
 

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