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Le primarie del Pd, vince Schlein, doppiato Bonaccini: Milano vuole il cambiamento

Elly Schlein doppia Stefano Bonaccini e vince a valanga anche nel voto dei militanti. In città, nell’hinterland e questa volta anche nel resto della Lombardia. Il distacco tra i due è nettissimo. Nella Città metropolitana il risultato finale dà il 69 per cento dei voti all’ex vice di Bonaccini contro il 31 del governatore dell’Emilia Romagna. In città, il distacco sale al 72 per cento contro solo il 28. In tutta la regione, il 64 per cento per Schlein, il 36 per Bonaccini. In calo l’affluenza. In provincia di Milano ci sono stati quasi 70 mila elettori mentre nel 2019 erano stati 96 mila, a Milano città crica 40 mila. Oltre 160 mila in Lombardia. 

“Un risultato clamoroso, una vera rivoluzione sia a Milano che in provincia. Così come in tutta la Lombardia, dalla quale da domani si cambia tutto – commentano a caldo Gaia Romani e Matteo Rossi, coordinatori della mozione Schlein in Lombardia -. Schlein stacca di più di venti punti ovunque Bonaccini. Siamo enormemente soddisfatti come coordinamento regionale, soprattutto della grandissima partecipazione”. Per i responsabili della mozione Schlein “nei nostri territori c’è voglia di cambiare tutto, di rimettere le persone al centro e di rinnovare profondamente sia la linea del partito che della classe dirigente. Questi dati e questa fiducia ci responsabilizzano sul futuro per rispondere alle speranze e alle attese di un vero cambiamento”. Pierfrancesco Majorino parla di “un risultato oltre ogni previsione”, di un “segnale nettissimo”. E di “voglia di un Pd radicalmente nuovo”. 

Dal comitato che sostiene la mozione di Bonaccini, invece, si preferisce prendere tempo per commentare l’esito delle primarie. “La Schlein sembra raccogliere un voto di opinione sulla discontinuità che per noi resta una caratteristica di entrambi i candidati”, filtra dal comitato che supporta la candidatura del governatore, che sottolinea comunque come “la partecipazione al voto è un bellissimo segnale di fiducia per il Pd e di vittoria per tutti”. A scrutinio ancora in corso, per Bonaccini parla solo il sindaco di Firenze Dario Nardella, che fa notare che questa giornata politica “è una grande festa di democrazia, un grande momento di partecipazione democratica”. Aggiungendo che “sicuramente il primo dato positivo da sottolineare è l’affluenza che ha superato il milione di elettori in tutta Italia”. 

A Milano Schlein bissa così e in modo ancora più clamoroso il risultato del voto dei circoli. Quando prese nell’hinterland il 41,3 per cento dei consensi rispetto al 41,2 di Bonaccini e in città fece il pieno. Staccando di ben sette lunghezze il governatore dell’Emilia Romagna, che nel voto ai soli iscritti al partito aveva raccolto in provincia 682 voti, il 36,9 per cento, rispetto agli 805 di Schlein, pari al 43,6 per cento dei votanti. Mentre in tutta la regione Bonaccini aveva raccolto il 45 per cento lasciando Schlein cinque punti indietro. 

Il vantaggio di Schlein su Bonaccini è apparso netto fin dai primi voti scrutinati nei 304 seggi sparsi tra Milano e provincia. In Lombardia, quindi, ieri non c’è stato il testa a testa che è andato in scena sul piano nazionale. Fa riflettere comunque il dato relativo alla partecipazione al voto, che conferma la progressiva disaffezione degli elettori alle primarie piddine. Nel 2017, infatti furono ben 226 mila gli elettori lombardi che incoronarono Matteo Renzi nuovo segretario del Pd. Due anni dopo, quando fu eletto Nicola Zingaretti il popolo delle primarie in Lombardia si ridusse a 200 mila. 

Nei 112 seggi cittadini, ospitati tra gli altri nelle sedi di Arci, Arcigay, Acli, Anpi e gruppi scout, ieri, il via vai dei simpatizzanti si è visto soprattutto in mattinata. Per poi scemare verso le 20 quando sono iniziate le operazioni di scrutinio. 

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