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Letizia di Spagna e la lezione di stile buona per tutte le grandi occasioni

Che la regina Letizia di Spagna sia una delle teste coronate più eleganti del globo, ormai, è una verità acclarata e universalmente condivisa. Sia nei suoi momenti più casual, per partecipare a conferenze, inaugurazioni e incontri o, semplicemente, nei momenti liberi di vacanza, sia per i grandi eventi ufficiali, nei quali alle sue mise fa fare un inevitabile e significativo upgrade.

Come nel caso del ricevimento per i corpi diplomatici, tenutosi a Palazzo Reale, a Madrid, al quale ha partecipato al fianco del marito, il re Filippo VI.

Niente abiti da gran sera per lei, niente spacchi né luccichii estremamente vistosi, niente effetti speciali, questa volta. Bensì un’incontestabile e sempreverde lezione di stile, da ricordare, tenere bene in mente e mettere in pratica nei momenti di bisogno. Ovvero quando è facile farsi prendere dal panico, ritrovandosi all’orizzonte un’importante occasione mondana, e nel guardaroba poco di entusiasmante da indossare.

Letizia Ortiz, l’abito è (ancora) quello della suocera 

Dopo l’omaggio fashion dello scorso settembre, la sovrana spagnola ha deciso di fare il bis attingendo nuovamente dal guardaroba della Regina Sofia. Questa volta la scelta è ricaduta su un Valentino, sfoggiato dalla suocera nel 1977

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La sovrana sceglie di comporre il proprio outfit abbinando una lunga e vivace gonna rosa, fluida e morbida ad accarezzarle le gambe, a una blusa bianca e molto semplice, resa giusto più speciale da un pussy bow al collo. Un outfit facile da replicare, in infinite varianti. Che però, per risultare elegante, deve poggiare su alcuni capisaldi ben fermi: tessuti pregiati, camicia bianca, tagli puliti e decisi, volumi definiti e accessori non invadenti, così da risultare sì elegante, ma anche sobrio.

Sharon Stone agli Oscar nel 1998. Foto Evan Agostini/Getty Images

Evan Agostini/Getty Images

Una lezione che sembra ricalcare quella, entrata nella storia, di Sharon Stone agli Oscar nel 1998: qualcosa da allora è certamente cambiato, ma non la sostanza. Una sostanza da ripescare alla memoria nei momenti in cui in testa ronzerà solo la domanda: e adesso che cosa mi metto?

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