Una nuova label, fondata da Maruego e Alessandro Peruzzo, che vive nel presente proiettandosi nel futuro: ecco La Créme Records.
Un’etichetta 3.0 che punti al futuro, pur tenendo i piedi ancorati nel presente: questi i presupposti de La Créme Records, nata da un’idea di Maruego che ha unito poi le forze con Alessandro Peruzzo di Peruzzo Editore. Lo storico editore (dal 1960), ideatore di Rete A – All Music, non poteva infatti non sposare il concetto di una label musicale capace di produrre un cambiamento, soprattutto alla luce della recente querelle Meta-SIAE che ha sicuramente fatto luce sul problema dei diritti d’autore.
«Ho conosciuto Maruego un annetto fa. – racconta Peruzzo – Fu una conoscenza di piacere, poi è tornato da noi a ottobre con un progetto molto interessante. Ci è piaciuto subito perché era innovativo, ma con un posizionamento attuale e contemporaneo. Non proponeva un vecchio carrozzone più o meno agile. Viviamo un periodo che andrà incontro a tanti cambiamenti, iniziamo già ad annusarli nella cronaca super recente». Di fatto – come sottolinea Alessandro – vent’anni fa, nel mondo della musica, abbiamo assistito a una vera «rivoluzione» con il passaggio dal fisico al digitale. «Tutti hanno fatto fatica inizialmente a comprendere. – spiega – E alla fine questa novità è stata fagocitata, non cavalcata. Oggi le etichette si muovono coi piedi di piombo, ma per fortuna noi partiamo da zero. Non abbiamo nulla da perdere».
Ma in cosa consiste La Créme Records? E la si può definire un’etichetta discografica? «Forse bisognerà coniare un nuovo termine. – ci risponde Alessandro Peruzzo – Mi piace pensare a questa realtà come se fosse una famiglia che si prende cura di tutto. Dall’educazione all’abbigliamento: un discorso a 360 gradi. Questo è ciò che si prefigge La Créme: un obiettivo di crescita reciproca tenendo un piede in quelle che sono le evoluzioni anticipate che arriveranno. Penso al Metaverso, agli NFT, alla blockchain, alle alternative alle società di collecting e alla valorizzazione di diritti musicali».
L’importanza della tecnologia
Un elemento cardine de La Créme Records sarà proprio l’integrazione di tutta una serie di tecnologie su cui al giorno d’oggi c’è forse ancora un po’ di disinformazione. «Ho sentito l’esigenza di colmare le mancanze del settore discografico con attività avanguardistiche. – ci dice Maruego – Serve più coraggio. Negli ultimi anni la discografia ha subito un calo nella vendita del fisico, ma con la tecnologia stanno nascendo realtà connesse alla musica anche se distanti tra di loro. Chi si occupa di NFT e chi si occupa di diritto convergono verso la stessa direzione». Qualche esempio pratico? La Crème starà attenta ad aree come gaming, arte, musica e sostenibilità («I ragazzi sono molto attenti agli sprechi – dice Maruego – quindi li eviteremo e cercheremo di digitalizzare»). Ma in programma c’è anche l’approccio AI: «Il mondo continua ad andare avanti e non possiamo fermarci. – spiega l’artista – Non possiamo fermare il progresso, ma abituarci a un continuo cambiamento. Noi, come La Crème, in questo settore siamo vergini. È allo stesso tempo una debolezza e un grande vantaggio».
«Cercheremo di declinare secondo le nostre visioni quello che la tecnologia ci permetterà di fare. – aggiunge Peruzzo – Ci piacerebbe far scrivere una canzone ad una intelligenza artificiale, perché sarebbe stupido non farlo. Mia figlia già la usa per scrivere le giustificazioni. La tecnologia non va ostacolata, ma interpretata e declinata nel modo corretto». La criticità, secondo i due soci, sarà probabilmente trovare «nuovi talenti che si calino perfettamente in questa nostra declinazione discografica e capiscano».
Le sfide di una visione proiettata nel futuro
Sulla carta le premesse ci son tutte, ma è innegabile che spesso persino l’essere umano ha difficoltà a stare al passo con l’evoluzione della tecnologia. «È difficile capire i tempi. – dice Peruzzo – Fino a 5 mesi fa, sembrava che a giorni saremmo stati tutti in casa col visore. Poi in due mesi si è ridimensionato tutto. Ciò non toglie che Meta sia stato visionario, forse troppo. È vero che le tecnologie non si possono fermare, ma devono anche adeguarsi alle abitudini e ai portafogli delle persone». «Non sappiamo quando i tempi saranno maturi per la massa. – aggiunge l’editore – Partendo dal basso, però, non è importante. Un utente nel metaverso è un nostro amico in più, non lo togliamo da altre realtà. La sfida è partire proiettati nel futuro, ma calati nel presente. Prima dobbiamo essere solidi nel presente, che ora ci vede più deboli. L’intermediazione tra presente e futuro remoto è la nostra sfida».
«Facciamo un po’ gli stuntmen magari col rischio di farci male. – spiega Maruego – Non avendo una struttura affermata, però, possiamo permetterci di sbagliare. Se fossimo stati un colosso, esporci ci avrebbe allontanato dai punti chiave del lavoro. La Créme può essere definita una nuova major. E non nascondo che, secondo noi, tra qualche anno i veri grandi saranno coloro che faranno parte di questo mondo e ci sono entrati per primi». Chiediamo a Maruego, da artista, quali sono gli effettivi cambiamenti necessari nell’industria discografica. «Gli NFT e la blockchain sono i nuovi digital store, penso a OpenSea, che garantiranno e tuteleranno maggiormente gli artisti. – ci risponde – Hanno un sistema sicuro. Questo secondo me comporterà anche un ritorno alla musica di qualità rispetto alla finta meritocrazia che si professa oggi». Mentre per le attività e i live, secondo Maruego «la nuova frontiera del booking saranno le experience. Sono attività diverse dal live, in cui un artista può anche incontrare i suoi fan, per esempio andando a cena con loro. E infine il diritto d’autore sarà il nuovo asset finanziario a cui chiunque potrà accedere».
La Créme Records: abituarsi al cambiamento
Insomma, immaginate di poter incontrare il vostro artista preferito dal vivo nel metaverso o un videoclip girato completamente in modalità immersiva, in cui potrete ballare con l’artista e non limitarvi a guardarlo su uno schermo piatto. Questo è il futuro disegnato da La Créme Records. «Ma per riuscirci dobbiamo imporci e affermarci nel settore della discografia reale. – dice Maruego – Non possiamo dire di essere la prima etichetta nel metaverso, se non siamo neanche strutturati come etichetta. E poi siamo coscienti che se partiamo scardinando queste regole possiamo andare a nuocere i nostri artisti. Non possiamo entrare in modo dirompente, ma dobbiamo abituare noi i nostri artisti al cambiamento, inserendo nel progetto attività inerenti».
«Per qualche mese vogliamo creare una bella famiglia di artisti e, per ognuno di essi, mettere un tassello nel futuro prossimo partendo dalla realtà di oggi», dice Alessandro.