metroid-prime-remastered-recensione:-piu-horror-che-mai

Metroid Prime Remastered Recensione: più horror che mai

Metroid Prime Remastered Recensione | E’ vero che un capolavoro resta sempre perfetto, a prescindere dal contesto, dall’epoca in cui lo si analizza e dal tempo trascorso dalla sua realizzazione? Ovviamente no. I videogiochi, come qualunque altro lavoro di estro, fantasia e intelletto invecchiano, a volte anche molto male. Per questo esistono le remaster. Per questo Metroid Prime Remastered è un capolavoro, come e più del suo originale.

METROID PRIME REMASTERED RECENSIONE | TESTATO SU PC (STEAM) e STEAMDECK

METROID PRIME REMASTERED è disponibile in esclusiva su Nintendo Switch 

VOTO: 9.5

+La versine migliore di Metroid Prime a mani basse
+Controlli riveduti e perfetti
+Sembra un gioco progettato oggi: modernissimo

-Qualche update quality of life (salvataggi dal menù?) non avrebbe guastato

Metroid Prime Remastered Recensione

Nello spazio nesSamus può sentirti urlare

Metroid Prime, Remastered o meno, è ancora la magnifica esperienza Metroidvania in 3D che era all’epoca della release. Gli ingredienti ci sono tutti: mappe labirintiche, backtracking, potenziamenti da sbloccare e nemici sempre pronti al respawn da sconfiggere; e poi, puzzle ambientali da risolvere, Boss da superare e piattaforme da “saltare”. Se speravate che la Remaster avesse reso diverso, forse più action o FPS il gioco, magari più “Returnal“, siete in errore. 

Il set di abilità richieste al giocatore, anzi, di First Person Shooter ha ben poco, dato che la visuale si può agganciare sui nemici e la skill meccanica di mira vera e propria non è quasi mai necessaria. Invece, da bravo Metroid, Prime vi costringerà a ragionare, a passare un po’ di tempo analizzando ambientazioni e mappe, a tornare sui vostri passi per aprire quella porta che avevate notato, quasi dimenticata, impossibile da aprire in quel dato momento. Ma ora PAM! Un colpo di cannone, e si spalancherà. Ricordate di usare spesso la funzione di Scan: è indispensabile per risolvere alcuni enigmi e trovare la strada giusta se vi perdete seguendo le poche “molliche” sparse dagli sviluppatori. O anche solo per approfondire la lore e studiare i moltissimi e variegati mob che vi ostacoleranno. 

Metroid Prime Remastered Recensione

La missione della cacciatrice di taglie Samus, insomma, è quella che ricordavate, solo più bella da vedere, e più fluida da giocare. Il sistema di illuminazione è stato rivisto, le texture e i modelli sono più puliti e meno spigolosi. I particellari non sembrano essere stati tutti riveduti, ma qualcosa è stato fatto anche per loro: il colpo d’occhio generale, insomma, non mente, Metroid Prime Remaster è il Metroid Prime più bello di sempre.  Non solo: forse è anche il più “spaventoso”. Non va dimenticata la fonte ispiratrice di Metroid: la saga di Alien. Colonna sonora ed effetti audio, design delle aree e direzione artistica di avversari grandi e piccini, struttura dei livelli e progressione nella trama: anche se è ben nascosto da qualche colore sgargiante in più della media, Metroid è praticamente un gioco horror. Lo è sempre stato. 

Ricordate che fin dalla prima release su NES non sono mai mancati corridoi claustrofobici alternati a stanzoni pieni di nemici orripilanti e così “alieni” che ci saltano addosso rapidamente. E ancora, lato ludico, scarsità di risorse, vicoli ciechi che scoraggiano il giocatore, un generale senso di impotenza che va scemando mentre ci potenziamo. Bilanciato però da una crescente difficoltà della sfida. Le sonorità ora cupe, ora acute e gutturali, risuonano nella nostra mente e ci lasciano in tensione ancora oggi, pure se in 8 bit. 

Prime, già su Gamecube, aggiunse alla formula la meccanica che ancora oggi è sfruttata sempre più dal genere dello spavento per potenziare l’immersione – quindi la paura -. Parlo della visuale prima persona. Prima che Outlast insegnasse a Resident Evil che terrorizzarsi in prima persona non è uguale all’essere passivamente al controllo di un personaggio visto “da lontano”, Metroid Prime ci faceva sentire l’odore dell’acido che corrode la tuta a ogni salto sbagliato. Il rumore del respiro affannato dentro il casco che si appanna se passiamo vicino a del vapore, mostrandoci il riflesso dei nostri occhi quando un bagliore illumina l’oscurità di un’antica catacomba aliena. L’improvviso brulicante incedere, da dietro un’angolo, di una massa informe di cimici mostruose che esplodono e ci danneggiano oscurandoci la vista con le loro viscere verdastre. Allora, se non è horror questo, non so cosa lo sia.

Metroid Prime Remastered Recensione

Metroid Prime Remastered Recensione, la nave (spaziale) di Teseo

Persino nel campo dell’arte propriamente detta – pittorica o scultorea – si identifica ogni opera a seconda di quando è nata. E se gli anni ne hanno sporcato la superficie un bravo restauratore saprà occuparsene e ripristinarla. Metroid Prime Remastered è un capolavoro, anche se sono passate molte console sotto ai ponti Nintendo. Si viene a delineare un perfetto paradosso della nave di Teseo, che però non si può applicare ai videogiochi – forse nemmeno all’arte in generale – secondo me, a meno di non voler “fare gli integralisti”. Di rinunciare a un’esperienza migliorata in tutto solo perché c’è qualche pixel in più a schermo: legittimo, ma limitante. Mi spiego meglio. 

Per chi non lo conoscesse: il paradosso della nave di Teseo è un ragionamento che si interroga sul concetto di “originale”. Se la nave di Teseo, conservata in un museo, stesse marcendo e ne fossero lentamente sostituite le parti danneggiate, una volta tolto l’ultima pezzo di legno antico, la Nave esposta sarebbe ancora la nave di Teseo? E se le parti rimosse fossero restaurate e rimontate, l’imbarcazione che ne risulterebbe sarebbe ancora “la nave di Teseo”? Nessuna delle due è la nave di Teseo. Eppure, entrambe sono la nave di Teseo. 

Metroid Prime Remastered Recensione: più horror che mai

Anche se sono cambiate tutte le sue texture, Samus non ha perso un briciolo della sua identità. Persino alcuni elementi che sarebbero potuti essere modificati sono rimasti uguali. Chi non avrebbe preferito il salvataggio automatico, o un tasto “salva” nel comodo menù a portata di un tasto? Invece no: bisogna ancora, oggi come allora, cercare la stanza preposta al salvataggio dei dati. Oppure, di converso, il controllo della visuale e del mirino sono stati rivisti per adattarsi agli schemi moderni. Infatti, adesso sfruttano tutti e due gli analogici come in qualunque altro FPS. In teoria, quindi, non è più lo stesso Prime, non si controlla allo stesso modo e alcuni lo noteranno, forse in peggio – “grazie” memoria muscolare -. Una non-modifica e una modifica tangibile convivono e, almeno in teoria, una porzione di entrambi gli schieramenti resterà egualmente insoddisfatta. 

Come mai, allora, un capolavoro non resta sempre perfetto e immutato nel tempo, ma rimane comunque un capolavoro? Forse perché attraversa le epoche forte della storia che ne consolida i successi e ne fa dimenticare i difetti. Sempre che non siano diventati, nel frattempo, addirittura dei pregi, giocando sulla “nostalgia canaglia”. Oppure, a meno di Remake o Remaster che non li avessero addirittura cancellati. 

Metroid Prime Remastered Recensione: più horror che mai

Non è in discussione che Metroid Prime Remastered sia o non sia identico a Metroid Prime. Lo è, ma allo stesso tempo non lo è. La sua release aiuta a preservare la memoria dell’originale, oggi irrecuperabile a meno di possedere un Gamecube e il disco fisico, o di accontentarsi di una collection per Wii-Wii U, che però aveva già parzialmente modificato la struttura dei controlli e ripulito la grafica. Di pirateria nemmeno voglio parlare: non ha senso giustificarla con un semplice “potrebbero rinunciare al guadagno per l’arte”. L’arte appartiene prima di tutto all’artista, che ne fa quel che vuole. Sovvertire questa realtà per un’utopia può funzionare se siamo disposti a rinunciare a tutti i vantaggi della realtà attuale. Non solo a quelli che ci fanno più comodo.

La nave – spaziale – di Teseo, o meglio di Samus, veleggia ancora nel vuoto cosmico a memoria di un tempo diverso dal nostro. Solo che ora posso giocarci in bagno, per dire. O su uno schermo 4k. O entrambi, se avete un bagno molto ben attrezzato. Forse nemmeno la Pietà di Michelangelo è più quella vera dopo che la mano di Maria è stata danneggiata anni or sono. Però guardandola le emozioni che proviamo sono sempre le stesse. 

La risposta allora è più semplice del previsto. Un capolavoro è tale se possiede un’anima, dalla quale scaturiscono emozioni così intense che coinvolgono anche quelle di chi la circonda. Uno spirito che, per fortuna, non si può intaccare con un cambiamento fisico “remaster” fatto ad arte – i remake sono storia a parte, ovviamente -. Riconoscerla o meno sta a noi, fruitori di ieri, oggi e domani. A come la raccontiamo, la vediamo, e la preserviamo. Basta non lasciarla marcire del tutto, dimenticandone il progetto e la vera forma. Quello sì che sarebbe un peccato. Senza contare che poi Teseo si arrabbia. Giustamente, dico io.

Related Posts