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Pasqua Vini cresce con l’alto di gamma: fatturato a 65,4 mln € (+4%)

L’alto di gamma traina il 2022 di Pasqua Vini. La realtà veronese fondata nel 1925 ha infatti archiviato l’ultimo esercizio fiscale con un giro d’affari consolidato di 65,4 milioni di euro (+4%), di cui oltre l’89% generato dall’export e con un ebitda al 12,3% dei ricavi.

A trainare le vendite, come specificato dall’azienda, sono appunto i vini di alta gamma, guidati dalle Icons, ovvero le collezioni che rappresentano gli stili di vinificazione più innovativi e che meglio interpretano le peculiarità della Valpolicella. A oggi, le categorie premium e ultrapremium generano il 55% del giro d’affari e l’obiettivo dell’azienda è portarle al 75% nel 2026. Un traguardo sempre più vicino, come testimonia il rialzo che il canale Horeca ha registrato in tutti i mercati chiave del brand: Italia (+35%), Regno Unito (+27,8%), Stati Uniti (+34 per  cento). 

La ricerca e la strategia della premiumizzazione è stata infatti sostenuta da molteplici investimenti: sei milioni nell’area tecnica solo nell’ultimo anno e investimenti continuativi sul valore del brand che, negli ultimi sette anni, sono oscillati tra il 7,5% e il 9% sul giro d’affari.

“L’ambizioso ciclo di investimenti previsto da oggi al 2026 – racconta l’AD Riccardo Pasqua – è finalizzato al raggiungimento di quattro principali obiettivi: ulteriore incremento della qualità, proseguimento dei progetti di sostenibilità, sostegno della crescita organica multi geografica e multicanale, potenziamento degli investimenti volti a informare ed educare intorno al mondo del vino anche attraverso collaborazioni con gli artisti”. 

E infatti, in occasione del prossimo Vinitaly (2-5 aprile 2023), Pasqua Vini presenterà “Luna Somnium”, un’installazione site-specific che vede la luna come protagonista e realizzata per lo spazio delle Gallerie Mercatali di Verona da Fuse*, studio d’arte che già lo scorso anno aveva collaborato con la cantina.

L’ultima ricerca commissionata da Pasqua alla società di ricerca Toluna dimostra infatti come, in modo trasversale, ma in particolare tra Millennial e Gen Z, siano apprezzati i progetti di mecenatismo dei brand verso il mondo dell’arte. Nello specifico, Toluna ha sottoposto un questionario a 2.400 partecipanti, donne e uomini nati a cavallo tra il 1980 e il 2000, equamente divisi tra Italia, Regno Unito e Stati Uniti, che hanno consumato vino almeno una volta nell’ultimo mese. Gli intervistati oltreoceano (con una media di 4,23 per i Millennial e di 4,16 per i Gen Z, in una scala di gradimento da 1 a 5) si sono detti “molto interessati al mondo dell’arte e, quando si parla di approcci non convenzionali, vedono con favore il mondo del vino legarsi a quello dell’arte”. 

Tra le altre evidenze emerse dalla ricerca, il vino rosso è in assoluto il preferito da tutto il campione preso in esame, e trova consensi in maniera trasversale sia tra Millennial che Gen Z (in Italia 42% e 43%, in Uk 33% e 39%, in Usa 42% e 39%). Inoltre, una parte rilevante degli intervistati dichiara di conoscere la denominazione Valpolicella (agevolata dall’Italian sounding), e questo avviene per tutti i panel: italiano (62% dai Millennial e 44% Gen Z), Usa (rispettivamente 46% e 41%) e Uk (rispettivamente 26% e 31 per cento).

Osserviamo con attenzione i nuovi stili di consumo e costruiamo una conversazione intorno al vino che evolve per stile e forma, insieme alle nuove generazioni”, conclude l’AD. 

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