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Perché servono altri F-35. Parola di Goretti (Aeronautica militare)

“Ripristinare il numero di caccia F-35 originario: erano 131 prima del taglio a 90”. Lo ha chiesto il generale di Squadra aerea Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, nel corso dell’audizione in commissione Difesa alla Camera parlando delle linee programmatiche della forza armata. Ecco che cosa ha detto

L’Italia deve acquistare i caccia di quinta generazione F-35 originariamente previsti (ovvero 131 dagli attuali 90).

È l’appello dal generale di Squadra aerea Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, nel corso dell’audizione in commissione Difesa alla Camera parlando delle linee programmatiche della forza armata.

“I caccia F-35 e F2000 (Eurofighter Typhoon) si rivelano ancora dotazioni “vincenti” e serve quindi “una inversione di tendenza rispetto a scelte del passato” che puntavano a una riduzione di questi velivoli”. È quanto ha sostenuto il vertice dell’Arma azzurra sottolineando la necessità di affiancare l’addestramento all’ingegneria aerospaziale dell’industria italiana che è sicuramente di eccellenza.

L’Italia è partner di Livello II del programma Joint Strike Fighter (Jsf), cacciabombardiere assemblato da Leonardo per conto di Lockheed Martin nello stabilimento Faco di Cameri (Novara), gestito da Leonardo, il gruppo presieduto da Luciano Carta e guidato dall’amministratore delegato Alessandro Profumo.

Il nostro paese si è impegnato ad acquistare 90 F-35 (ridotti nel 2012 dagli iniziali 131).

Tutti i dettagli.

SERVONO PIÙ PERSONALE E PIÙ MEZZI

“Serve più personale, mezzi e munizioni per consentire all’Aeronautica Militare di stare al passo con le sfide rappresentate dalla situazione di stabilità internazionale evidenziata dall’invasione russa in Ucraina: convincerci che sia un evento isolato, lontano e irripetibile sarebbe un errore grave”, ha evidenziato il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare in audizione alla commissione Difesa della Camera, aggiungendo come sia “fondamentale possedere una forza aerea capace, ben addestrata e opportunamente dimensionata”.

Già l’anno scorso il generale Goretti aveva lamentato nella stessa sede come il pensiero di poter vivere in pace abbia portato alla “riduzione drastica dei velivoli in dotazione, anche per l’erronea convinzione che un maggiore livello tecnologico possa compensare una sempre minore quantità. Siamo così passati in 20 anni da 842 a 500 aerei, di cui meno di 300 con funzioni combat. Un dimensionamento attendista della forza è sbagliato e la storia ce lo sta ricordando in questi giorni con cruda evidenza”.

NON BASTA LA LEGGE 119 DEL 2022

La legge n. 119 del 2022, ha ricordato il generale, “ha invertito la tendenza rispetto alle austere scelte del passato, ma è un primo passo”.

Il capo di Stato Maggiore dell’Arma Azzurra ha così auspicato un “sostanzioso incremento” del personale rispetto ai numeri fissati dalla legge di riforma dello strumento militare del 2012 (quella dei tagli, ndr) e più aree di addestramento.

Nello specifico, la suddetta legge proroga al 2034 il termine per la riduzione delle dotazioni organiche complessive delle Forze armate a 150.000 unità, prevista dalla legge n. 244 del 2012 (c.d. legge “Di Paola” sulla revisione in senso riduttivo dello strumento militare). Inoltre, il provvedimento interviene sul reclutamento, lo stato giuridico, l’avanzamento e l’impiego dei volontari in ferma prefissata delle Forze armate. Prevede anche una delega al Governo finalizzata ad incrementare le dotazioni organiche complessive di personale militare altamente specializzato nei settori tecnico-logistici e sanitario, ad istituire una riserva ausiliaria dello Stato e riformare la sanità militare. Viene, altresì, contemplata la possibilità di intervenire con misure di flessibilità nelle dotazioni delle singole forze armate in relazione alle differenti esigenze operative.

L’IMPORTANZA DELLA PARTECIPAZIONE AL PROGRAMMA JSF

Dunque come illustrato dal numero uno dell’Aeronautica militare occorre maggiore personale, ma anche i mezzi, soprattutto quelli giusti.

“Da sempre l’Aeronautica militare reputa che il velivolo militare F-35 sia il sistema più avanzato oggi disponibile, indispensabile per continuare a garantire capacità oggi insostituibili per una forza aerea che aspira ad essere strategicamente rilevante e operativamente decisiva” ha sottolineato il generale Goretti. “Non solo nello svolgimento delle quotidiani missioni di svolgimento della tutela dello spazio aero nazionale, ma soprattutto operando in scenari di conflitto in cui potremmo essere chiamati a contrastare un avversario ben equipaggiato e fortemente determinato a imporsi con ogni mezzo possibile” ha osservato il capo di SMA.

GORETTI: TORNARE A 131 F-35

Pertanto, secondo il generale Goretti “Bisogna ripristinare il numero di velivoli [F-35] che era stato pensato prima del 2012 ed assicurare adeguate scorte di munizionamento di precisione. Non si tratta – ha sottolineato – di una miope escalation verso il riarmo ma bisogna fare ciò che è necessario per difendere l’Italia, nella speranza di non dover essere mai chiamati a farlo”.

“Chiediamo dunque di ripristinare il numero di caccia F-35 originario: erano 131 prima del taglio a 90, quando qualcuno parlava di sperpero dei soldi dei contribuenti. Se vogliamo essere rilevanti in un contesto come quello attuale dobbiamo avere numeri adeguati” ha concluso il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica.

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