Piccoli spazi, un appartamento di soli 27m2 vicino a Parigi. “Era la mia casa principale, un acquisto, il mio primo investimento”, confida il giovane architetto Marco Vieira a proposito di questo studio a un piano a livello giardino. “Ho fatto i lavori a quattro mani, con il fai-da-te, con grande economia di mezzi, ma per me era un’ opportunità per confrontarmi con la realizzazione dopo la progettazione”. A posteriori, ci si rende conto dell’entità del compito da svolgere in questi piccoli spazi: unire un capannone e un garage in un unico appartamento con poche finestre – vetrocemento e porta d’ingresso -, un’esposizione a nord, le ombre proiettate dagli edifici circostanti, e tenere conto solo di quello che la manualità può fare, perché il lavoro sarà svolto da due persone, con l’unico accesso per gli attrezzi e i materiali costituito da una porta dell’edificio larga solo sessanta centimetri.
Una piccola casa piena di luce
La sfida di inserire in soli 27 metri quadrati due ambienti comprendenti una cucina, un bagno con doccia e una camera da letto separata, è stata vinta. L’architetto ha lavorato sullo spazio, cercando di separare senza chiudere. È questo il senso del dislivello conservato tra il soggiorno e la cucina, o del blocco armadio-cabina creato per dividere la camera da letto dal soggiorno, ma che non arriva fino al soffitto: “Ho creato due grandi zone, una più intima per la camera da letto e una più aperta per la zona pranzo”. Per quanto riguarda le finestre, Marco Vieira ha collocato le finestre nella parte superiore della camera da letto, del bagno con doccia e della cucina, il che consente di vedere senza essere visti e, nel caso della cucina, la finestra svolge anche la funzione di ventilazione low-tech. Nella zona pranzo e nel soggiorno, sebbene le vetrate siano di dimensioni simili, un elemento fisso in legno crea una geometria che ricorda le costruzioni di Louis Carré o Alvar Aalto, che lavoravano con composizioni di finestre per tutta la loro larghezza. Una tapparella elettrica ha il motore incorporato e nascosto nella facciata, dal momento che Marco Vieira non perde mai di vista l’impatto estetico.