Piccoli spazi in Provenza. Questa proprietà, situata a dieci minuti a piedi dal Ponte di Gard, a circa 27 km da Nîmes e 21 da Avignone, comprendeva una piccola casa mai utilizzata prima. I nuovi proprietari, una giovane coppia che ha lasciato il lavoro, hanno visto in questa struttura l’opportunità di realizzare il loro sogno: creare un bed & breakfast. E l’edificio era molto affascinante dall’esterno, con il suo tetto di tegole provenzali, ma molto meno all’interno. Costituito da una lastra grezza, da blocchi di cemento e da un soffitto di fortuna, è stato utilizzato come garage e deposito. “Dovevamo dare un’anima a uno spazio che ne era totalmente privo”, dichiarano con un sorriso Raphaëlle Robert e Guillaume Fantin, il duo di designer e architetti d’interni Le Cann. “I proprietari ci hanno dato carta bianca per creare un interno che riflettesse la loro immagine e quella della regione, il loro cuore”. L’idea era quella di creare uno spazio per due, aperto, sobrio e naturale, caldo e accogliente, un luogo dove rilassarsi dopo una calda giornata estiva.
Simmetria e volume
In questo parallelepipedo irrimediabilmente piatto e con un soffitto antiestetico, gli architetti hanno creato nuovi volumi, recuperando la doppia altezza centrale del soggiorno. La trave di colmo è stata mantenuta e il suo asse permette di creare la simmetria e l’articolazione di una pianta aperta attorno a due soffitti ad arco, le cui curve nascondono le parti tecniche del progetto. Su ogni lato di questo soffitto a cattedrale, i cui contorni formano la silhouette che ricorda quella di una chiesa italiana, a destra si trovano la cucina e i bagni, a sinistra la camera da letto, lo studio e lo spogliatoio. Al centro del soggiorno si trova un insieme di gradini e alzate per creare una panca su cui sono appoggiati semplici cuscini, uno spazio libero e ordinato, una zona dedicata al relax, dove si è invitati a vivere a piedi nudi, a sedersi o a sdraiarsi. “Lavoriamo sempre con un involucro molto minimalista, disegnato lungo assi simmetrici, un’eredità del mio periodo da Joseph Dirand. Poi, è interessante privilegiare il gioco dei volumi piuttosto che le partizioni e le mezze partizioni per dare funzioni a uno spazio volutamente aperto”, spiega Raphaëlle Robert.
Materiali raw e acciaio inox
Volumi e materiali hanno il compito di suddividere gli spazi. Di fronte ai gradini rivestiti di sisal che conducono alla zona notte, una cucina in acciaio inox contrasta con le pitture a calce molto opache e torbide delle pareti e dei soffitti. L’effetto grafico della griglia degli armadietti della cucina, che riflette la luce e moltiplica i riflessi, armonizza con gli elementi cromati, in acciaio inox, in vetro fumé e oro di un paravento recuperato. Nella zona del bagno, la cabina doccia e il lavabo sono come scolpiti nel travertino, una pietra molto usata nella zona, qui scelta “molto torbida e piena di difetti”. L’armadio, i mobili contenitori e la piccola scrivania si fondono completamente con le pareti in calce naturale. In questo universo morbido, quasi ovattato, gli architetti hanno aggiunto alcuni arredi ed elementi décor molto eclettici. Tra il classico vintage e il contemporaneo, una lampada di Ingo Maurer, una sospensione di Achille Castiglioni e i mobili della collezione Le Cann ispirata a Marc du Plantier: una sedia, un tavolo con piedistallo e uno specchio. Pur volendo preservare i materiali e il know-how degli artigiani locali, i due architetti non volevano ricreare un sud stereotipato, ma reinterpretarlo con il loro stile sobrio, punteggiato di riferimenti pop degli anni Settanta e Ottanta, un tocco classico-futuristico che si presta anche ai piccoli spazi, e che appartiene solo a loro.
studiolecann.fr
Articolo pubblicato su AD Francia, adattato da Paola Corazza.