Il coordinatore di zona del Partito Democratico nell’Alto Milanese Enrico Cozzi dopo le primarie: «Ora serve una proposta politica seria»
Elly Schlein, deputata ed ex vice presidente dell’Emilia-Romagna, è la nuova segretaria del Partito Democratico. Lo hanno deciso le urne delle primarie dei Dem, che domenica 26 febbraio hanno raccolto in tutta Italia la voce di chi, iscritto o meno al partito, ha voluto dire la sua sul futuro della leadership del PD dopo le dimissioni di Enrico Letta. E anche se l’affluenza è stata più bassa che in passato, «non c’è un altro partito in Italia che coinvolga così tanti cittadini» e le primarie rimangono «un esercizio di democrazia».
Riparte da qui Enrico Cozzi, coordinatore di zona del Partito Democratico nell’Alto Milanese, dove Elly Schlein in linea con i risultati nazionali ha vinto largamente sfondando quota 60% dei consensi e lasciando Stefano Bonaccini poco sotto il 38%. Per la prima volta, peraltro, il voto delle primarie ha ribaltato quello dei congressi di circolo. «È stato chiesto ai cittadini di esprimere un’opinione ed evidentemente dal punto di vista di chi è “staccato” dalla politica Elly Schlein è riuscita ad interpretare meglio l’idea di rinnovamento – sottolinea Cozzi -. Ora conteranno le azioni concrete, bisognerà capire quale strada la comunità potrà percorrere insieme per arginare la destra: servirà una proposta politica serie e questo è l’obiettivo che deve avere tutto il Partito Democratico, anche perché le quattro mozioni avevano tutte un minimo comune denominatore, non si trattava di tesi contrapposte che altrimenti non avrebbero concorso all’interno dello stesso partito».
Il “ribaltone”, comunque, non è sintomo di uno scollamento con il territorio. «Nell’Alto Milanese governiamo in tantissimi Comuni, i nostri amministratori sono espressione di una grande sintonia con il territorio – aggiunge Cozzi -: se hai prese di posizioni lontane rispetto a bisogni della comunità e del cittadino che la vive in prima persona non vinci elezioni. Quando ci si sposta sul piano regionale o nazionale, però la discussione cambia anche dal punto di vista dei contenuti: un conto è rispondere ai bisogni di un Comune, un altro elaborare una strategia politica a livello più ampio rispetto alla quale si innestano ulteriori necessità».
All’indomani dell’affermazione alle primarie, vertice di una parabola che da OccupyPd ha portato la nuova segretaria al Nazareno, per il coordinatore di zona del PD nell’Alto Milanese la strada è una sola: l’unità, contro i “mal di pancia” che già in queste ore cominciano a farsi sentire, a partire da quello dell’ex ministro Beppe Fioroni. «C’è un nuovo segretario e bisogna trovare una linea per andare avanti insieme. È fondamentale, altrimenti non avrebbe nemmeno senso far parte di un partito che è una comunità plurale: se decidi di farne parte, lo fai al di là degli esiti delle singole consultazioni. Le primarie sono uno strumento, è un meccanismo che può piacere o meno ma che comunque il PD si è dato: il risultato della scelta di dare anche agli elettori la possibilità di esprimersi è un esame di realtà e va accettato. Ora abbiamo molto su cui lavorare e su cui continuare a fare politica».