All’ASL di Biella si fa sul serio e si scommette sul Primary Nursing, il modello assistenziale che permette agli Infermieri di prendersi carico dei Pazienti a 360°.
L’Asl di Biella capofila regionale del progetto “Primary nursing”. Il modello che assegna al malato un unico infermiere di riferimento pronto a essere esportato in venti strutture di Piemonte e Valle d’Aosta. Ne parla il collega Mauro Zola su La Stampa.
E’l’Asl di Biella a guidare la Rete interregionale «Primary nursing» di Piemonte e Valle d’Aosta che si è riunita per la prima volta nei giorni scorsi. Questo perché era stata la prima ad adottare nel 2012 l’innovativa modalità organizzativa dell’assistenza ospedaliera, impostata sulla centralità della persona presa in cura da un infermiere di riferimento, responsabile della sua assistenza per tutta la sua degenza. A introdurre il metodo era stata la Direzione delle Professioni Sanitarie, diretta da Antonella Croso, negli anni immediatamente precedenti l’apertura del nuovo ospedale di Ponderano, con il contributo della Fondazione Crb.
A far parte della Rete sono oggi venti tra aziende e presidi sanitari pubblici e privati, che hanno già adottato o che intendono applicare all’interno della loro realtà il Primary nursing.
«Obiettivo della Rete – spiega Antonella Croso – è mettere in collegamento i professionisti delle varie aziende sanitarie, le loro forze, le loro idee, i problemi incontrati e le strategie adottate per superarli. La finalità è sviluppare sinergie che consentano agli infermieri di offrire un servizio impostato prioritariamente sulle esigenze degli assistiti e in grado di migliorare il loro benessere e la loro autonomia, in rapporto alla malattia da cui sono affetti e al percorso di cura che seguono».
Di Primary nursing, la forma più evoluta dell’assistenza infermieristica, ancora poco praticata in Italia, l’Asl biellese ha cominciato a interessarsi fin dal 2007. Cinque anni dopo è risultata, assieme a Milano, la prima in Italia ad attuare il metodo codificato dall’infermiera ricercatrice Marie Manthey. Il concetto da cui la professionista è partita e che costituisce la base del suo libro, il cui arrivo quasi casuale a Biella ha dato il via all’esperienza, è semplice ed efficace: «Il Primary Nursing – scrive Manthey – vuole essere un approccio logico al prendersi cura delle persone nel modo in cui noi vorremmo essere curati se fossimo ammalati».
Con il Primary nursing dal punto di vista pratico si affida la completa responsabilità assistenziale del paziente a un singolo infermiere referente, 24 ore su 24 e ogni giorno della settimana per tutta la durata della degenza (coadiuvato dai colleghi quando non è di turno). «Sarà così lui ad accogliere il malato – aveva spiegato Croso presentando l’iniziativa -, a tenere i contatti con la famiglia e a seguirlo in tutto il suo percorso di ricovero». Un modo quindi di valorizzare al meglio la professionalità degli infermieri e di instaurare un nuovo progetto terapeutico definito paziente-centrico, fino al momento della dimissione.
La Rete appena creata sta ora programmando un evento pubblico, previsto per il 30 maggio prossimo, per divulgare le esperienze più significative.
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